Il Museo della Resistenza di Carpasio ha bisogno di fondi per sopravvivere, Rainisio “Una storia di libertà e democrazia”



L’appello alla Provincia di Imperia proprietaria dei muri
Carpasio. Un bene storico ed eccellenza del nostro territorio ma soprattutto un luogo in cui tenere sempre viva la memoria sulle atrocità dei nazifascisti e sulla guerra di liberazione da parte dei partigiani. Il museo della resistenza di Carpasio, in Valle Argentina, ha bisogno d’aiuto, di fondi per poter continuare a vivere e per poter propagandare quella libertà e quei valori ultimamente un po’ dimenticati.
“Mi auguro di no, che non chiuda – ha detto Gabriella Campigotto la custode del museo -, sarebbe un vero peccato, noi nel nostro piccolo cerchiamo di fare di tutto. Quest’anno abbiamo avuto circa 2mila visite da tutta Italia, 400 alunni delle scuole medie ed anche gruppi di inglesi, tutti durante i giorni festivi ed i fine settimana quando siamo aperti”.
Il presidente Giovanni Rainisio ha affermato: “E’ una istituzione culturale e storica visitata dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole della provincia, dove acquisiscono le nozioni di cosa è stata la Resistenza qui, in Zona Liguria. E’ un punto di riferimento – prosegue Rainisio – importante per conoscere la storia dei partigiani ed i loro sacrifici, una storia di libertà e democrazia. Il museo vive di stenti perchè non ha più finanziamenti pubblici ma solo di alcuni privati. Qui c’è da mantenere un casone in una zona alpina, abbiamo sistemato il tetto e gli infissi, la vetrina, un’area video interattiva, insomma si è cercato di fare il massimo con le ristrettezze”.
I privati ad aver dato una mano, sono quelli della Compagnia Portuale Pietro Chiesa che ha appunto dato i soldi per il rifacimento del tetto e per l’area picnic.
Ancora Rainisio: “Lancio un appello alla provincia affinchè possa intervenire economicamente, un investimento in storia e cultura che andrebbe fatto. E’ una meta rinomata ma gli enti purtroppo ci hanno abbandonato, andiamo avanti con lo sforzo dei volontari”.
Ad ottobre il museo chiuderà e riaprirà ad aprile e si spera che nel frattempo si trovino dei fondi per la sua sopravvivenza.