Il judoka Mattia Lombardi è già cintura nera a 16 anni: “Sogno di andare alle Olimpiadi e vincerle”






Il giovane atleta del Circolo Sportivo Judo Sanremo si racconta
Sanremo. Ha solo 16 anni ma possiede già la stoffa del campione, tanto da aver conquistato la cintura nera. La fatica gli fa un baffo e pur allenandosi tutti i giorni, a scuola prende sempre otto. Il suo sogno? Andare alle Olimpiadi e vincerle. È Mattia Lombardi, il giovane judoka del Circolo SportivoJudo Sanremo che si racconta a Riviera24Sport.
Ciao Mattia! Come ti sei avvicinato alle arti marziali?
A farmi conoscere le arti marziali è stato mio papà, da ragazzo praticava karate e all’età di 4 anni mi ha portato a provare. Nello stesso periodo però, mi sono spontaneamente avvicinato al judo: una disciplina sportiva più adatta al mio carattere. Io infatti ho bisogno di molto più movimento, di svagarmi, di cadere. I miei genitori mi hanno così iscritto al Circolo sportivo Judo Sanremo di Villa Ormond e ho iniziato ad allenarmi con il tecnico Andrea Scalzo. Oggi, insieme a lui, sono seguito anche da Nicola Gianforte.
Hai iniziato a praticare judo quando eri piccolissimo, quanto quest’attività sportiva ha contribuito alla tua formazione? Cosa ti ha insegnato?
Anzitutto non considero il judo uno sport ma una vera e propria disciplina che tempra corpo e spirito. Fin da quando sono piccolo, mi ha insegnato e continua ad insegnarmi tanto. Praticando judo ho imparato ad avere rispetto dell’altro, sia esso un avversario che un compagno piuttosto che un maestro. Ho imparato cosa significano l’umiltà, la costanza, lo spirito di sacrificio. Ho imparato a sopportare il dolore. Inoltre, mi ha insegnato a osservare le regole, tutte, anche quelle alimentari: seguire una dieta sana e corretta è fondamentale per rientrare all’interno delle categorie di peso richieste al judoka.
Che cintura sei?
Sono diventato cintura nera 1° dan quest’anno. Ho acquisito questo grado grazie ai miei meriti sportivi. In particolare, la conquista della medaglia di bronzo ai Campionati italiani cadetti U18 organizzati nel mese di giugno a Rimini dalla FIJLKAM. Per ottenere la cintura nera infatti vi sono tre modalità: la prima consiste nel superare un esame, dove i requisiti per accedervi sono 16 anni compiuti, 2 anni di permanenza nel grado si cintura marrone ed essere tesserato; la seconda è basata sui punteggi acquisiti durante i combattimenti, la terza, appunto, per meriti sportivi, quindi classificarsi nei primi tre posti nei campionati italiani di categoria.
So che soltanto nell’ultimo anno hai conquistato ben 15 podi tra gare nazionali e internazionali, vuoi ripercorrere le tue vittorie più significative?
L’anno sportivo 2016/17 è andato molto bene. Ho partecipato alla Coppa Italia che prevede quattro tappe: a Genova, dove mi sono classificato secondo; a Catania, sempre secondo; a Lignano Sabbiadoro, dove sono invece arrivato terzo, e a Eboli, ancora terzo. Sono così diventato seconda testa di serie, il ché mi ha permesso di saltare le fasi preliminari e di accedere di diritto ai Campionati italiani. Il podio, inoltre, mi ha dato l’opportunità di qualificarmi sia per i cadetti 2018, ma anche per gli junior 2018 con gli under 21. Quanto agli anni precedenti, pur avendo partecipato e conseguito risultati rilevanti a livello nazionale e internazionale fin dall’inizio, il più significativo è il nono posto alle Finali Nazionali a Ostia.
Sedici anni e sei già un piccolo campione, complimenti! Ma quante volte ti alleni al giorni? E in cosa consistono gli allenamenti?
Mi alleno sempre, praticamente tutti i giorni. Durante la stagione invernale, in concomitanza all’anno scolastico, mi alleno cinque volte alla settimana per due ore al giorno. Essendo tesserato sia in Italia che in Francia, una volta alla settimana, il mercoledì, faccio anche un’ora di combattimento al Judo Pôle Espoir di Nizza, la struttura di riferimento per tutti i judoka della regione del Paca (Provenza-Alpi-Costa Azzurra). Durante l’estate, invece, gli allenamenti si fanno molto più intensi: vado in palestra due ore alla mattina e due al pomeriggio. Inoltre, per non restare indietro e mantenere il corpo costantemente attivo, ogni volta che sono in qualche località per vacanza, vado con mio papà alla ricerca delle palestre di judo. L’ho fatto anche quest’anno a Formentera e sinceramente non mi pesa: se vuoi arrivare a un certo livello, devi allenarti tanto, anche in vacanza! E del resto, è un buon modo per stringere nuove amicizie. Quanto alle dinamiche degli allenamenti, questi consistono in una fase di riscaldamento, una propriamente tecnica con proiezioni e movimenti. Alla fine della lezione, possiamo fare a botte liberamente!
Come concili il judo con la scuola?
Attualmente frequento la terza liceo scientifico al “Cassini” di Sanremo e nonostante il carico che un simile corso di studi richiede, ho la media dell’otto. Praticando judo fin dall’età di 4 anni, ho imparato presto a gestire il tempo che ho a disposizione e a ottimizzare le energie. C’è da dire che il judo è una disciplina sportiva che agevola la concentrazione e di conseguenza mi ha permesso di sviluppare un buon metodo di studio. Ammetto che ho avuto dei problemi con il passaggio dalle elementari alle medie: le tante materie nuove richiedevano uno sforzo maggiore. Con il tempo però sono riuscito a capire come conciliare il tutto. Il segreto? Stare attenti in classe!
Fra le diverse esperienze che hai collezionato come judoka, qual è stata la più importante?
Ho fatto tanti stage e open, sia in Italia che all’estero ma senza dubbio l’esperienza più importante è stata il ritiro presso il Centro Olimpico PalaPellicone di Ostia con la Nazionale in vista degli Europei. Pur avendo avuto un infortunio che mi ha impedito di terminare l’attività, i primi giorni sono stati fantastici e mi hanno insegnato tantissimo.
A chi ti ispiri quando combatti?
Ho due modelli di riferimento, entrambi campioni nella categoria 66 kg: Hifumi Abe, judoka 20enne di origine giapponese che quest’anno ha vinto i Campionati mondialia Budapest;e Fabio Basile, judoka italiano, campione olimpico a Rio de Janeiro 2016. Mi identifico però soprattutto con Hifumi Abe, il suo modo di combattere è molto simile al mio e come me è più propenso ad attaccare che a difendersi.
Cosa sogni?
Sogno di andare alle Olimpiadi e vincerle.