Il “Distretto Florovivaistico” della Liguria appoggia le tre proposte di legge presentate alla Camera

29 settembre 2017 | 14:46
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Il “Distretto Florovivaistico” della Liguria appoggia le tre proposte di legge presentate alla Camera

Tre disegni di legge volti a introdurre misure di detrazioni su aree e verde privato

Sanremo. “Il paesaggio “chiama” e la politica risponde alla richiesta di misure agevolate per le aree destinate a verde privato nei centri abitati”. Su questi temi, oggi alla Camera dei Deputati, si è tenuto un convegno promosso dal Coordinamento Nazionale della Filiera del Florovivaismo e del Paesaggio (CNFFP) per presentare e sostenere tre disegni di legge volti a introdurre misure di defiscalizzazione per il verde privato, a firma dei parlamentari Maurizio Bernardo, Edoardo Fanucci, Ermete Realacci, Veronica Tentori e Gianluca Susta. “Siamo partiti nel 2015 nel chiedere sostegno al Governo per un settore minacciato da lavoro nero (+166% negli ultimi 15 anni), mercato interno asfittico e barriere all’esportazione basate su pretestuose argomentazioni fitosanitarie”, ha detto Nada Forbici, presidente di Assofloro Lombardia e membro CNFFP. Per Ferdinando Ferrara, capo di Gabinetto del Mipaaf , “Si tratta di un comparto che genera 2.5 miliardi di euro, conta 27mila aziende, dà lavoro a 180mila addetti, occupa 29mila ettari con produzione ad alto valore”. “Lo spirito della proposta di legge presentata – ha affermato Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della Camera – ricalca quello delle ristrutturazioni edilizie: creare nuova occupazione, far emergere il lavoro nero e combattere l’evasione fiscale”. “L’emendamento alla prossima legge di Bilancio è un inizio necessario che ci aiuterebbe a far emergere e quantificare quei fenomeni indiretti che non possono essere computati, secondo le regole di bilancio, a copertura del provvedimento”, ha aggiunto Edoardo Fanucci, vicepresidente Commissione Bilancio. “Questi effetti indiretti per incidere devono diventare numeri – ha sottolineato Massimo Atelli, magistrato della Corte dei Conti – E’ grazie agli scienziati e agli algoritmi creati che possiamo tradurre l’impatto del verde, anzi della sua assenza, sull’inquinamento, il clima, la salute pubblica in termini economici. Perché è di politica di finanza pubblica che stiamo parlando”.

Secondo dati diffusi durante i lavori da Lucio Zinni, dell’esecutivo della Società Italiana di Medicina Generale, su studi condotti nel 2015 dal Global Burden of Diseases che ha stimato il carico di malattia attribuibile a 79 fattori di rischio in 195 paesi dal 1990 al 2015, l’esposizione all’inquinamento atmosferico aumenta la mortalità, la morbilità e riduce l’aspettativa di vita. L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico delle particelle fini (PM 2,5) ha causato nel periodo preso in esame 4 milioni di morti (7,6% della mortalità globale) e si è ‘classificato’ al quinto posto tra i fattori di rischio globale nel 2015. “Di contro abbiamo il verde che produce mitigazione della CO2, dell’isola di calore, degli inquinanti gassosi e del particolato atmosferico (PM)”. “Mediamente, un bosco urbano può rimuovere 2-5 t/ha/anno, per un valore economico di 2300-6000 €.

La vegetazione urbana e peri-urbana può abbattere fino al 3% di CO2 emessa dal traffico autoveicolare. Gli alberi possono ridurre la temperatura dell’ambiente di 1-3 °C, determinando un risparmio energetico per il raffreddamento e riscaldamento degli edifici fino al 30-40% quantificabile in un valore economico medio di 18 €/albero/anno. E ancora, la vegetazione urbana e/o peri-urbana rimuove dall’atmosfera fino a 161 kg/ha/anno di PM10, con beneficio economico stimabile di circa 5500 €/t di PM10”, ha rilevato Rita Baraldi, ricercatrice CNR. “Il traguardo di trasformare le proposte di legge in proposta emendativa è sempre più vicino. Un traguardo che rappresenta l’inizio di un percorso che deve portare il provvedimento a diventare stabile nella legislatura Italiana”, ha continuato Gianluca Susta, componente Commissione Finanze del Senato. Ermete Realacci, presidente Commissione Ambiente della Camera, ha dichiarato di voler proporre “un comma aggiuntivo al decreto sulle ristrutturazioni edilizie”. Ha detto che è finito il tempo del consumo di suolo ed è tempo di rigenerarlo e che i 600.000 posti di lavoro perduti nell’edilizia possono essere recuperati nell’ambiente. Tale iniziativa è ovviamente supportata anche dal Distretto Florovivaistico della Liguria. “Condividiamo pienamente questa iniziativa” dichiara Luca De Michelis, presidente del Distretto Florovivaistico della Liguria “aumentare la qualità della vita nelle città italiane è un nobile fine. Queste proposte sono concrete e realizzabili.”  www.cnffp.it .