Il reportage/2 |
Altre News
/
Zone
/

Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia

22 settembre 2017 | 16:12
Share0
Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia
Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia
Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia
Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia
Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia
Da Ventimiglia a Imperia, il retaggio del fascismo in provincia

Ospedali, caserme, municipi: nel “Ventennio” scelto anche il nome del capoluogo di provincia

Imperia. Il fascismo ha lasciato in provincia molte vestigia soprattutto in città come Ventimiglia e Imperia, dove gli edifici costruiti nel Ventennio sono numerosi e riconoscibilissimi.
 E’ di stampo fascista, ad esempio, la prima costruzione pubblica che si incontra arrivando dalla Francia e percorrendo la strada che conduce al valico di frontiera di ponte San Luigi (frontiera alta). L’ex dogana, oggi sede degli uffici di polizia, è uno dei tanti edifici costruiti nel Ventennio. Avvicinandosi al centro cittadino della città di confine si incontrano, tra gli altri, la caserma Bligny, oggi sede del commissariato di polizia di Stato, la caserma Livio Duce che ospita i carabinieri, la centralissima stazione ferroviaria e il palazzo comunale: lampante esempio di architettura littoria. A Ventimiglia il fascismo ha lasciato anche una scuola (quella di via Veneto) e una casa dell’opera nazionale balilla, oggi utilizzata come palestra.
Non mancano esempi della razionalissima architettura littoria anche a Sanremo, dove il fascismo ha costruito l’ospedale, lo stadio comunale, le scuole di via Volta e persino la funivia che dal centro cittadino ha portato migliaia di persone fino a monte Bignone: la teleferica, voluta dal podestà di Sanremo Pietro Agosti, è rimasta attiva dal 1936 al 1981.

Altri esempi di architettura fascista si trovano a Imperia, dove durante il Ventennio vennero costruiti il palazzo del Comune, palazzo Sasso, l’immobile che ospita il catasto e l’ufficio tecnico erariale, il palazzo delle poste e telegrafi e il mercato Andrea Doria. E’ doveroso ricordare che anche il nome del capoluogo di provincia venne scelto durante il fascismo: il nome Imperia, infatti, venne ripreso da quello “neutrale” del torrente Impero che separava Oneglia da Porto Maurizio e che suonava particolarmente adatto per la politica patriottica ed imperialista dell’epoca.

comune imperia

Anche il palazzo del municipio di Cipressa risale ai tempi del duce, così come la casa della gioventù, oggi abbandonata. I fascisti costruirono anche un ponte a Pietrabruna, dove ancora oggi si trova l’indicazione dell’anno di edificazione, 1923, tra due fasci littori.