Chiappori e l’antimafia: “La prefettura apra un tavolo per esaminare il caso Diano Marina”

20 settembre 2017 | 10:26
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Chiappori e l’antimafia: “La prefettura apra un tavolo per esaminare il caso Diano Marina”
Chiappori e l’antimafia: “La prefettura apra un tavolo per esaminare il caso Diano Marina”
Chiappori e l’antimafia: “La prefettura apra un tavolo per esaminare il caso Diano Marina”

L’amministrazione comunale difende il suo operato dopo le parole di fuoco in commissione parlamentare

Diano Marina. “Io, sindaco di Diano Marina, chiedo di essere tutelato dallo Stato. Quindi esigo che in Prefettura venga istituito un tavolo permanente affinché concentri ogni sforzo per verificare la sussistenza di eventuali infiltrazioni mafiose sul territorio comunale. Approfondiscano il tema, cerchino riscontri chiari e concreti dopo quello che ho sentito e letto sui giornali”. Ha i nervi a fior di pelle Giacomo Chiappori. Come tutti i giorni è in Comune, legge i giornali e commenta le dichiarazioni di fuoco che Rosy Bindi ha fatto durante l’audizione di Giovanni Toti alla commissione parlamentare antimafia a Roma.

A gettare benzina sul fuoco sono state proprio le parole della Bindi dopo aver ascoltato quelle del Governatore della Liguria. “La vicenda di Diano Marina – ha sottolineato – è stata preoccupante e, analizzando le liste, abbiamo trovato una sorta di par condicio nelle liste civiche. Credo che la Liguria è una di quelle in cui il livello di attenzione va tenuto molto alto, perché la presenza c’è e non accenna a regredire, anche perché, come ha detto il presidente Toti “è appetibile sotto il profilo economico“”.

Ma Chiappori non ci sta ed è più agguerito che mai. “L’amministrazione comunale, da quando sono sindaco della città, è impegnata a rilanciare l’immagine di Diano Marina. Qui facciamo turismo, alberghi, stabilimenti balneari e ristoranti lavorano e cerchiamo di dare il massimo provando anche a “destagionalizzare” i periodi di vacanza di italiani e stranieri. Screditare un’amministrazione e gli operatori turistici e commerciali che vivono e lavorano su questo territorio non credo sia una cosa giusta”.