“Voto di scambio light” a Diano Marina, per l’accusa sfileranno in aula nomi eccellenti

Imputati anche il vice Cristiano Za Garibaldi e gli ex assessori Bregolin, Manitta, quindi Surace, suo padre Giovanni e Sciglitano
Diano Marina. Entrerà nel vivo il prossimo 11 settembre il processo sul voto di scambio e abuso d’ufficio che vede come principale imputato il sindaco Giacomo Chiappori.
Nomi eccellenti spuntano nell’elenco dei testimoni che il pm Alessandro Bogliolo ha convocato a palazzo di giustizia. Dovranno presentarsi otto testimoni tra questi l’ex sindaco Angelo Basso, la figlia Angela Basso, poi Rodolfo Leone, ex presidenti ed amministratori della Gm, l’ex segretario comunale Antonino Germanotta, quindi l’ex comandante dei vigili urbani Francesco Parrella e un agente della stessa polizia locale.
Da ricordare che il primo cittadino del golfo dianese era finito nei guai perché secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Alessandro Bogliolo, in concorso con altre sette persone, avrebbe chiesto voti alle elezioni che ne avevano poi decretato il suo successo, promettendo in cambio favori. Va anche sottolineato che si tratta di un’ipotesi più leggera di voto di scambio che nulla avrebbe a che vedere con situazioni legate malavita organizzata.
Con Chiappori sono finiti a processo il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’ex assessore all’Ambiente Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta, l’amministratore della Gm Domenico Surace, suo padre Giovanni, e l’ambulante Giovanni Sciglitano. Era già stato l’avvocato Roberto Trevia, che assiste i due Surace e Manitta, a riproporre le eccezioni anche a dibattimento. Riguardavano l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, che erano state messe in atto nel momento in cui l’inchiesta aveva ipotizzato le infiltrazioni mafiose – reato che si è rivelato inconsistente – e le tempistiche, ovvero il superamento dei termini.