Ventimiglia, Pronto il trasferimento di minori e famiglie dalle Gianchette al Parco Roja tra le perplessità delle ONG
L’allarme dei volontari che assistono i migranti: “il parco Roja non è attrezzato per accogliere donne e bambini”
Ventimiglia. È previsto nel pomeriggio lo spostamento di almeno una trentina di famiglie e minori non accompagnati dalla chiesa delle Gianchette al Parco Roja. Ma a prescindere dalle buone intenzioni c’è allarme da parte dei volontari che assistono i migranti sulla possibilità, reale, di trasferimento delle donne, dei minori e delle famiglie.
Il Parco Roja non sarebbe attrezzato in modo idoneo per queste categorie, anzi troppa sarebbe la promiscuità. Dalle testimonianze raccolte dai volontari che da un anno e più seguono i migranti presenti alla chiesa delle Gianchette di Don Rito, arriva un quadro non proprio edificante. Per Andrea Giglio di Medici Senza Frontiere: “Non abbiamo nulla sul fatto che le istituzioni vogliano farsi carico di un aspetto dell’accoglienza ma la preoccupazione che noi abbiamo è che decidere di spostare dei nuclei familiari all’interno di un campo preveda che questo campo risponda a delle caratteristiche ben specifiche. Ossia deve essere assicurata l’assenza di promiscuità e serve anche un approccio alle tematiche sanitarie delle persone, dei nuclei familiari e delle donne gravide.”
È ancora: “Dai sopralluoghi che abbiamo fatto, abbiamo visto che si stanno adoperando per creare una zona adibita ai nuclei familiari e se questa è una sperimentazione ci auguriamo che nei prossimi giorni troveranno delle aree adatte.” Insomma i lavori sono in via di ultimazione ma questa soluzione, al momento non soddisfa; Daniela Zitarosa di Intersos, associazione che dá consulenza legale si migranti ha evidenziato: “Siamo preoccupati e abbiamo perplessità in merito ma è bene che le istituzioni vogliano prendersi le loro responsabilità. Perché per un anno la chiesa delle Gianchette è stato un centro informale di accoglienza per minori, famiglie e donne, accogliendo con il cuore. È bene – prosegue – che si trovino delle alternative sotto il tetto delle istituzioni ma ad oggi il campo presenta delle criticità dando degli strumenti a Croce Rossa in modo tale da poter strutturarsi per accogliere queste categorie assai vulnerabili.”
Si promuove la volontà delle istituzioni ma servono però aree ben divise e definite per dare la giusta protezione a queste categorie di persone, per non parlare della lontananza del campo dal centro cittadino, la strada molto pericolosa e poco illuminata, dove purtroppo c’è già scappato il morto. Ci sono criticità da risolvere insomma.