“Red Carpet” accorciati dalla soprintendenza, dure critiche da Pd e M5S alla giunta Toti

1 agosto 2017 | 19:36
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“Red Carpet” accorciati dalla soprintendenza, dure critiche da Pd e M5S alla giunta Toti
“Red Carpet” accorciati dalla soprintendenza, dure critiche da Pd e M5S alla giunta Toti
“Red Carpet” accorciati dalla soprintendenza, dure critiche da Pd e M5S alla giunta Toti

E’ stato imposto l’accorciamento di due tappeti rossi in provincia a Cervo e Dolceacqua

E’ polemica dopo che la soprintendenza ha deciso di imporre il taglio di alcuni dei Red Carpet stesi, per la campagna di marketing di Regione Liguria, a Cervo e Dolceacqua.

A scagliarsi contro la giunta Toti sono i capigruppo di Pd e M5S.
“Dispiace anche a noi dover sempre parlare di red carpet quando i problemi della Liguria sono altri, così intervengono i consiglieri regionali Paita e Lunardon, ma essendo l’unica cosa che fa Toti siamo costretti a tornarci sopra. Oggi la soprintendenza, insultata recentemente dal governatore, ha tagliato alcuni di questi tappeti, eliminandoli dai monumenti storici e confermando che, con questa storia, la Regione sta indubbiamente esagerando. La cosa comica è il comunicato di Toti che da una parte considera un successo il fatto che gliene abbiano tagliati solo alcuni e dall’altra scarica la responsabilità sui Comuni. Rimane il fatto che noi stiamo controllando ogni singola spesa relativa a questa vicenda e quindi andremo avanti nella nostra operazione trasparenza.”

Dal movimento 5 stelle Alice Salvatore e Fabio Tosi attaccano: “non solo pagati dai cittadini a loro insaputa e inefficaci dal punto di vista del marketing. Ora i Red carpet violano anche i vincoli storici, culturali e paesaggistici. Un’ultima, clamorosa, tegola si abbatte su Toti e sulla sua iniziativa. Non lo dice più solo il MoVimento 5 Stelle, ma un ente superpartes come la Soprintendenza, che ha imposto l’accorciamento dei tre tappeti rossi a Cervo, Porto Venere e Dolceacqua.”

“Nei giorni in cui viene impugnata dal Governo la quinta legge da inizio legislatura, Toti si ritrova a fare i conti con una nuova bocciatura. E, una volta messo con le spalle al muro dalla sua stessa presunzione, il governatore non trova niente di meglio da fare che scaricare tutte le responsabilità sui comuni per un progetto che è sempre stata la sua personale ossessione, ai limiti della megalomania.”

“Oggi non viene sforbiciato e accorciato solo un tappeto ma anche l’ego ipertrofico di Toti e la sua arroganza di credere di poter fare e disfare a suo piacimento, in barba alle regole e norme. Quello che doveva essere un biglietto da visita della Liguria nel mondo si rivela un clamoroso boomerang per il suo ideatore e, in generale, per un’intera politica fatta di poche idee, molti hashtag e tanto fumo,” concludono i pentastellati.