Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile

13 agosto 2017 | 08:13
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Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile
Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile
Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile
Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile
Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile
Nadia Pizzo, la sanremese che ha portato sardenaira, basilico e olio d’oliva nei ristoranti del Brasile

E’ chef executive di Rascal, un colosso della ristorazione carioca con 9 locali a San Paolo e 3 a Rio de Janero

Sanremo. Ho sempre amato cucinare. Fin da bambina aiutavo la nonna e la mamma dietro i fornelli, le affiancavo nella preparazione delle ricette di famiglia tutte a base di quelle verdure che con dedizione coltivavamo sulla nostra terra. Tradizioni agroalimentari che ho portato con me in Brasile facendole rivivere sulle tavole dei ristoranti di San Paolo e Rio de Janeiro”. Venticinque anni fa la sanremese Nadia Pizzo è volata nel paese carioca per coronare il suo sogno d’amore. In valigia, una laurea presso l’Istituto Marangoni di Milano, esperienze lavorative di grande prestigioso, tra cui quella come stilista per la casa di moda di Yves Saint Laurent, e soprattutto un ricettario fatto di sapori e saperi tramandati di generazione in generazione.

Cresciuta nella piccola frazione di Bussana, Nadia ha trascorso l’infanzia nell’azienda agricola familiare apprendendo presto i segreti della produzione dell’olio d’oliva, del vino e anche delle conserve di pomodori. In Brasile si è trasferita dopo aver incontrato un ragazzo con il quale è convolata a nozze appena un mese dopo. “È stato amore a prima vista – ricorda –. Mi trovavo in vacanza a San Paolo, lo conobbi e non lo volli più lasciare. Ho preso la mia decisione in un istante. È avvenuto tutto per caso, come del resto tutto quello che è accaduto nella mia vita. Una volta trasferitami, infatti, inizialmente mi sono dedicata al settore della moda, quello per cui avevo studiato, una sera di quasi quindici anni fa, però, sono stata invitata a una cena e il caso ha voluto che incontrassi il fondatore della catena di ristoranti più rinomata e diffusa del Brasile, Rascal, il quale, attratto dalla mia terra di origine, mi ha offerto un posto di lavoro come chef executive”.

Oggi Nadia ha il compito di studiare i singoli piatti che compongono i menu di Rascal, un colosso della ristorazione brasiliana con oltre mille dipendenti diretti distribuiti fra i nove locali della capitale economica e finanziaria del paese, San Paolo, e i tre della megalopoli di Rio de Janero. “La cucina di Rascal – spiega Nadia – si ispira a quella Mediterranea. Io sono la parte creativa del gruppo, ideo le ricette che poi insegno al primo chef di ciascun ristorante il quale a sua volta le insegna alla sua brigata. In un certo senso continuo a esprimere quel lato artistico che da ragazza mi aveva portato a intraprendere la professione di stilista. Insieme ad esso continuo a mantenere vivi i segreti culinari che ho appreso da piccola nella cucina di mia mamma Anna, a diffondere i sapori genuini delle verdure che la mia famiglia coltivava”.

L’olio di oliva, i pomodori cuori di bue, il basilico e tutti gli ortaggi tipici del Ponente ligure sono diventati gli ingredienti segretidelle ricette che Nadia elabora per Rascal. Ma non solo, perché la chef executive –  attualmente anche socia della catena – non ha esitato a inserire nella carta le specialità della nostra tradizione enogastronomica. “Ho fatto scoprire nel Sud America la focaccia, la sardenaira, la torta verde oltre ché la pasta al pesto e le verdure ripiene– racconta – . Naturalmente non sempre posso prepararli con le materie prime provenienti dall’Italia, i costi di importazione sono molto alti. Quando questo accade, e molto spesso purtroppo, li rivisito. Ad esempio, faccio il pesto con le castagne invece che con i pinoli, la mia torta verde è a base di spinaci e non di zucchine trombette, in quanto qui non ci sono e gli zucchini che si trovano sono pieni d’acqua”.

Nadia ha dunque adattato la sua cucina al prodotto locale senza però spezzare le radici con la terra di origine. “Amo Bussana, Sanremo, amo tutta la Liguria. Cerco di tornare in Italia almeno una volta all’anno. Nonostante la fortunata carriera e le persone splendide che mi circondano non riesco a stare troppo a lungo lontana dal mio paese e dalla mia famiglia – rivela –. Il Brasile è un luogo meraviglioso ma completamente diverso. Soprattutto all’inizio mi mancava passeggiare, camminare lungo le caratteristiche vie pedonali italiane, perdermi fra mercati e boutique. Qui le città sono immense, costruite per muoversi in auto. All’infuori delle mie figlie, di mio marito e dei miei colleghi, ci sono giorni che non incontro mai nessuno e patisco una sorta di isolamento sociale. Il Brasile è molto pericoloso, non ti puoi permettere di girare da sola. Inoltre non ci sono i tanti bei negozi che costellano il centro cittadino di Sanremo. Ovunque sono solo centri commerciali e anche lo shopping, come la torta verde, è tutta un’altra cosa!

(Foto profilo Instagram Rascal)