Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria

13 agosto 2017 | 14:38
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Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria
Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria
Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria
Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria
Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria
Liceale dice “No” alle vacanze estive a Sanremo e parte per l’Islanda come volontaria

Si chiama Sophia Raineri, ha 18 anni e frequenta il linguistico

Sanremo. Terminata la scuola o dato l’ultimo esame universitario, sempre più giovani dell’imperiese decidono di trascorrere le proprie vacanze estive all’estero per fare nuove esperienze lavorative e insieme imparare una lingua. Soggiorni molto spesso brevi ma piuttosto intensi, come racconta a R24Young SophiaRaineri, una sanremese di soli 18 anni che alla fine di giugno, finita la quarta linguistico, è partita per un viaggio-lavoro in Islanda.

Ciao Sophia! Come mai ti sei avventurata in un paese molto distante e diverso dalla Liguria come l’Islanda?

Sognavo di visitare l’Islanda da almeno tre anni. Ero incuriosita: un paese così lontano, così diverso da quelli mediterranei sia per storia che per cultura, un paese affascinante e noto soprattutto per i suoi meravigliosi paesaggi. Così ho iniziato a informarmi, a iscrivermi a siti di viaggio come Aupair, SVE e workaway, e a mandare e-mail a ogni tipo di progetto che trovavo. Alla fine con workaway sono riuscita ad essere accettata per un lavoro di volontariato proprio in questa terra.

Quanto tempo trascorrerai lì?

Sono partita il 30 giugno e resterò fino al 18 agosto. Avessi potuto sarei rimasta ancora molto tempo, ma sono davvero molti i volontari che vengono accolti in questo posto, è giusto e necessario darsi il cambio per dare a tutti questa bellissima opportunità.

Di cosa ti occupi principalmente?

Lavoro in uno dei camping e centro scout più grandi d’Islanda, Úlfljótsvatn. I nostri compiti sono vari: pulizia, cucina, giardinaggio, organizzazione di attività per scouts e turisti. C’è sempre qualcosa da fare! In cambio di questo servizio riceviamo vitto e alloggio, una settimana libera per viaggiare e, ogni tanto, alcuni giorni di riposo in base alla quantità di lavoro necessaria. Ci sono giorni in cui si lavora più di 10 ore, altri in cui dopo due ore di servizio puoi rilassarti nei paraggi, andando a fare hiking nelle montagne qui vicine o sdraiandoti nelle immense distese di prato che circondano il camping.

È stato difficile adattarsi ?

Non è stato affatto difficile, nel camping siamo volontari provenienti da tutto il mondo e sono stata accolta come in una grande famiglia. Ognuno di noi ha differenti esperienze alle spalle, conosce una parte di mondo (lingua, usi e costumi) sconosciuta agli altri e questo crea un ambiente incredibilmente stimolante. I locali sono molto disponibili, comprensivi e di mentalità aperta, non ho mai provato nessun tipo di difficoltà nel vivere qui.  Ho assolutamente intenzione di tornare in Islanda, è un paese che ha molto da offrire, sotto ogni tipo di aspetto. Per esempio durante la mia permanenza si è svolto il “Moot”, il più grande festival scouts a livello internazionale, c’erano 5000 scouts provenienti da tutto il mondo, hanno viaggiato parte dell’Islanda e svolto attività nel nostro camping, montando tende che rispecchiassero il loro paese, con cibo tradizionale, costumi e quant’altro.

Sappiamo che al ritorno dall’Islanda andrai direttamente in Inghilterra come baby sitter. Vuoi raccontarci anche quest’avventura?

Sì, andrò a fare babysitting in una famiglia a Bath per due settimane, dopodiché dovrò tornare a Sanremo per svolgere l’ultimo anno di liceo Linguistico. Il padre dei bambini di cui mi prenderò cura è italiano ed è un amico di famiglia, lui non sarà presente durante la mia permanenza in Inghilterra, ma mi ha aiutata ad entrare in contatto con sua moglie e organizzare il tutto. Ho parecchia esperienza come babysitter, ma questa sarà la prima volta che lo farò all’estero, con bambini che parlano in una lingua che non è la mia, sono certa sarà una bellissima esperienza.

Molti giovani decidono di partire per fare un’esperienza all’estero, ma molti altri rimangono qui pensando che sia troppo difficile lasciare casa. Consiglieresti la tua esperienza ad altri giovani ?

Sì, consiglio vivamente di vivere un’esperienza all’estero. Viaggiare, conoscere nuove realtà e allontanarsi dal proprio nido familiare è sempre una buona iniziativa. Le esperienze che si vivono, negative o positive che siano, aiutano a crescere e permettono di analizzare se stessi e il mondo circostante in maniera più critica e consapevole. Oggigiorno gli strumenti per viaggiare senza spendere troppo ci sono, con un poco di coraggio e voglia di fare chiunque, a prescindere dal titolo di studi e dall’esperienza lavorativa, può lasciare casa e partire verso nuovi orizzonti per cercare di avere una visione a tuttotondo del mondo in cui viviamo.

Se si pensa che per esperienze così costruttive venga richiesta una grande disponibilità economica si sbaglia   infatti tramite differenti associazioni e organizzazioni è permesso raggiungere qualsiasi destinazione nel mondo, facendo del volontariato o dando il proprio contributo in cambio di vitto e alloggio. E questo è possibile farlo anche per brevi periodi, nelle pause estive dalle lezioni, per vivere nuove esperienze in un posto sconosciuto e lontano  proprio come Sophia, con tanto coraggio, ha fatto