Deposito non autorizzato di rifiuti in porto a Imperia, indagine interna del Comune

Il sindaco Capacci ha sottolineato la sua stima e gratitudine per il lavoro fin qui svolto dal presidente Balbo
Imperia. Il sindaco Carlo Capacci ha annunciato l’avvio di un’inchiesta interna in merito l sequestro di un locale nel porto turistico, nel quale erano stati stoccati rifiuti. Il primo cittadino ha ribadito che l’avviso di garanzia inviato a Balbo è soltanto un atto dovuto essendo egli il legale rappresentante della società comunale che gestisce lo scalo.
Lo stesso primo cittadino ha anche ribadito la sua stima e fiducia nei confronti del presidente della Go Imperia Roberto Balbo, indagato dalla procura della Repubblica di Imperia.
I risultati dell’indagine interna saranno poi consegnati alla magistratura. Lo stesso sindaco di Imperia ha respinto le polemiche solevate nei giorni scorsi da esponenti di Forza Italia, accusando gli stessi di essere stati i veri responsabili del disastro del porto imperiese. Ad indagare nella vicenda è la capitaneria di porto coordinata dal comandante Luciano Pischedda che tra due settimane lascerà la guardia costiera per essere trasferito al comando generale di Roma (affari legali).
La vicenda per la quale è ora indagato Balbo riguarda il deposito situato sul molo Pastorelli sulle banchine dove attraccato anche i mezzi nautici delle forze dell’ordine. Nel corso di un’ispezione la guardia costiera e la polizia municipale ha trovato diverso materiale che sarebbe stato accatastato abusivamente senza alcun permesso. L’idea originale sull’utilizzo del locale era completamente diversa: avrebbe dovuto ospitare una discoteca per armatori, equipaggi e diportisti più in generale ormeggiati con yacht e panfili in banchina. All’interno invece è stata trovata un’auto fuori uso, scooter, documenti, ma anche sostanze chimiche, latte di olio esausto, considerate rifiuti speciali,. Ora il deposito è finito sotto sequestro.
Così scrive in una nota il sindaco: “La gestione “pressapochista” a cui fanno riferimento i creatori del disastro del Porto, ha, al contrario, consentito a centinaia di utenti di veder salvaguardato il posto barca pagato a caro prezzo e veder mantenuto, in emergenza e sicurezza, il porto della Città.
Come auspicato dai creatori del disastro del Porto i cittadini risponderanno nelle prossime elezioni amministrative, valutando le scelte di chi ha consentito a società fallite di incassare centinaia di milioni di euro, realizzando (male) il porto turistico con finanziamenti bancari garantiti dalle stesse opere non realizzate, e sapranno valutare l’operato di chi ha assunto la gestione in emergenza del porto, la continuità lavorativa dei dipendenti, altrimenti licenziati, nella transizione delle decisioni di Consiglio di Stato e Cassazione, rispettivamente sulla concessione demaniale e sul fallimento della Porto SpA”. E aggiunge: “Infine spero non passi il concetto che un locale aziendale con porta chiusa a chiave nel quale sono depositati rifiuti in attesa di essere correttamente smaltiti sia definibile discarica abusiva, altrimenti tutti i titolari di attività artigianali, commerciali, industriali italiani che detengono materiali o sostanze in attesa di essere smaltiti presso i loro locali sarebbero a rischio di indagine e successivo processo”.