Concorsi truccati a Rivieracqua, Saldo: “Sempre sereno, ma la vivo male”
A settembre avrebbe lasciato anche il posto da direttore dopo aver abbandonato anche il Cda dell’azienda
Imperia. Ancora poche settimane e avrebbe lasciato anche l’incarico di direttore dopo essersi allontanato dal CdA di Rivieracqua. Non appena era stato indagato nella vicenda dei concorsi truccati, erano i primi giorni del mese scorso, aveva detto di essere “sereno e tranquillo. Penso alla stazione di sollevamento di Ospedaletti e ai collaudi per il collegamento del tubo tra Diano e il depuratore. Sono quelli i pensieri che mi tolgono il sonno” si sarebbe confidato con gli amici. Ma questa inchiesta, non l’ha mai nascosto, la viveva comunque male.
Gabriele Saldo, 65 anni, abitante a Bestagno, frazione di Pontedassio, ex consigliere in Regione, si era dimesso dal CdA di Rivieracqua, ma aveva comunque mantenuto quello di direttore, non si aspettava certo di finire agli arresti domiciliari. Volto tirato, t-shirt multicolore, uscendo dalla caserma della guardia di finanza in piazza De Amicis, si è infilato sull’autocivetta per essere trasferito a casa. Sposato due figli, lontano dalla politica da diverso tempo, si trova coinvolto in un’inchiesta sui concorsi truccati per assumere personale a Rivieracqua. Grande appassionato di ciclismo di Giro d’Italia e Tour de France, poco dopo il terremoto giudiziario di luglio aveva deciso di abbandonare il CdA. A difendere Saldo è l’avvocato Alessandro Mager, noto legale di Sanremo. “Il mio ruolo? Del tutto marginale, perchè non facevo parte della commissione d’esame”. Quattro i concorsi che erano stati banditi dalla società a capitale interamente pubblico costituita allo scopo di gestire il Servizio Idrico Integrato nell’Ambito Territoriale Ottimale Imperiese.
Il colpo di scena di questa inchiesta che aveva già fatto molto discutere è anche l’arresto di Federico Fontana, 52 anni, professore di Economia all’Università di Genova, delegato di facoltà in quella di Imperia, referente di Aidea e collaboratore del Sole 24 Ore, con residenza a Novi Ligure. Pure lui arrestato e ora ai domiciliari. A difendere Fontana è l’avvocato Alessandro Moroni. Le ipotesi di reato sono quelle di abuso d’ufficio e rivelazioni di segreti d’ufficio. Un’indagine, quella della guardia di finanza, che ruota attorno ad una candidata al concorso che alla prova scritta finale si è avvalsa di un “suggeritore esterno” in comunicazione diretta attraverso l’ausilio di sofisticati auricolari cosiddetti “a timpano”.
Sei gli indagati nell’inchiesta della Procura di Imperia. Oltre a Saldo e Fontana vi sono anche Fabio Cassella, di Diano Marina, difeso dall’avvocato Paolo Borfiga, che era già stato assunto per un anno da Rivieracqua e aveva il contratto in scadenza (primo classificato nel concorso per esperto amministrativo); poi, tutti e tre tutelati dal legale Carlo Fossati, gli altri due candidati, l’imperiese Flavia Carli e il sanremese Gianluca Filippi (rispettivamente sesta e terzo in graduatoria: i posti disponibili erano due) e suo padre Marco. Flavia Carli è la candidata sorpresa mentre svolgeva il compito munita di auricolari. Davvero era collegata col figlio, il quale da casa suggeriva le risposte in palese violazione di ogni regola concernente i concorsi pubblici? E davvero il Filippi papà avrebbe mosso qualche pedina per agevolare l’assunzione del figlio?
A condurre l’inchiesta sono il procuratore capo Grazia Pradella e il pm Francesca Sussarellu – è che attraverso “soffiate” fatte dalle stesse commissioni su argomenti oggetto delle prove di esame, sia stato condizionato l’esito finale di alcuni dei concorsi banditi in primavera da Rivieracqua.
I finanzieri nei mesi scorsi hanno compiuto perquisizioni alla sede imperiese di Rivieracaqua in via Bresca, in quella di Sanremo, gli uffici a Diano Marina e nella casa di Novi Ligure dove risiede il professor Fontana. Carte e file erano stai sequestrati. Acquisiti agli atti anche le prove scritte d’esame, con i relativi questionari compilati. Nelle carte i resoconti di diverse testimonianze: perchè è indubbio che, pur essendo l’indagine scaturita da controlli amministrativi, lungo il percorso investigativo i detective della Finanza abbiano trovato più di una sponda. Qualcuno che non gradiva l’andazzo ricorrente nei concorsi pubblici finalizzato a favorire i soliti raccomandati.