Barriere antiterrorismo a Sanremo, le proposte del comune alla questura per aree pedonali e mercato

E’ possibile che qualche banco del mercato venga spostato in piazza Muccioli, con chiusura al traffico di via Feraldi e via Francia all’imbocco con via Agosti
Sanremo. Importante riunione questa mattina a Palazzo Bellevue tra gli assessori Biale, Faraldi e Menozzi, uffici, dirigenti e polizia locale per quanto riguarda la sostituzione delle barriere antiterrorismo nelle zone pedonali con dei cubi di proprietà del comune. “E’ una sostituzione da attuare in maniera veloce – ha detto il vice sindaco Leandro Faraldi -, sia per la sicurezza, per il decoro urbano e per terminare il noleggio dei blocchi di cemento da sostituire con quelli acquistati dal comune.”
I nuovi blocchi, i quali saranno decorati da writers grazie ad un contest suggerito dal sindaco, verranno ubicati in via Matteotti, via Gioberti, piazza Eroi, via Palazzo, ossia in tutte quelle isole e zone pedonali della città.
Ma non si è parlato solo di new jersey, stamane infatti in questa riunione dove il comune ha inoltrato le sue proposte alla questura in termini di sicurezza, anche il mercato del martedì è stato oggetto di dibattito. La proposta, legata ovviamente alla sicurezza, al decreto Minniti ed alla circolare Gabrielli, è quella di chiudere la galleria Francia, il tratto su via Agosti e via Feraldi, in modo da creare una grande area mercatale chiusa al traffico, con l’ausilio di barriere antiterrorismo mobili. Gli unici mezzi che potranno transitare saranno i motorini per usufruire dei posteggi difronte l’istituto per geometri e ragionieri “Colombo”.
Oltre alla viabilità attenzione anche alle distanze all’interno del mercato che per le citate direttive sulla sicurezza, ci dovrà essere più spazio tra un banco e l’altro e più vie di fuga. Proprio per questa ragione è possibile che qualche banco venga spostato in piazza Muccioli.
Queste in sostanza le proposte di Palazzo Bellevue ai vigili del fuoco ed alla questura che dovranno vagliare la bontà della stessa. In caso contrario è pronto un “piano B”, con una modalità di chiusura delle cosiddette aree a rischio più impattante.