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Ventimiglia, il lavoro non facile degli operatori della Croix Rouge Monégasque: tra voglia di aiutare e diffidenza dei migranti

27 luglio 2017 | 17:52
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Ventimiglia, il lavoro non facile degli operatori della Croix Rouge Monégasque: tra voglia di aiutare e diffidenza dei migranti
Ventimiglia, il lavoro non facile degli operatori della Croix Rouge Monégasque: tra voglia di aiutare e diffidenza dei migranti
Ventimiglia, il lavoro non facile degli operatori della Croix Rouge Monégasque: tra voglia di aiutare e diffidenza dei migranti

La cosa più difficile: rompere il muro della diffidenza e riuscire ad informare i migranti, che spesso ricevono da terzi informazioni errate

Ventimiglia. Ha iniziato la sua attività a pieno regime l’info point della Croix Rouge Monégasque di piazza Cesare Battisti. Nonostante la querelle tra Comune e Rfi (proprietaria dell’area in cui l’amministrazione ha fatto posizionare il box senza averne l’autorizzazione) non si sia ancora risolta, i volontari della associazione umanitaria del principato di Monaco sono al lavoro da lunedì scorso, giorno in cui l’info point ha aperto ufficialmente.

“Sono due anni che aiutiamo la Croce Rossa Italiana per l’emergenza migranti”, ha dichiarato Claude Fabbretti, responsabile dei programmi “Section humanitaire internationale” della Croix Rouge Monégasque. “Abbiamo constatato che chi giunge a Ventimiglia, arriva quasi sempre con il treno e che da quando l’assistenza ai migranti si è spostata al Parco Roja di Bevera, ci sono molte persone che danno informazioni false per abusare dei migranti stessi”.
Questo il motivo per cui l’info point è stato creato: “Ma non è solo della Croce Rossa”, sottolinea Fabbretti, “E’ aperto a tutte le associazioni che vogliono aiutare i migranti a Ventimiglia. Lo scopo è quello di dare informazioni giuste e vere, spiegare ai migranti che tipo di aiuto possono recepire a Ventimiglia, quali sono i pericoli che possono incontrare ed elargire informazioni su regole di vita in Italia e in Europa”. Per questo sono state stampate brochure esplicative in quattro lingue: arabo, inglese, francese e italiano.

Nonostante la presenza dell’info point e il paziente lavoro degli operatori, che in stazione e in piazza avvicinano i migranti per spiegare loro quali aiuti possano ricevere a Ventimiglia, la diffidenza degli stranieri è palpabile. Basta osservare per qualche ora cosa accade in stazione per capire che il lavoro dei volontari della Croix Rouge non sarà semplice. Alcuni migranti semplicemente non rispondono alle domande fatte, nemmeno quando si chiede loro se parlano inglese, francese o arabo. Scuotono la testa e basta. Altri restano seduti o sdraiati sulle aiuole o lungo i marciapiedi della stazione.
Ma la determinazione e la capacità degli operatori è grande e cominciano a vedersi i primi risultati: “In due giorni sono state accompagnate al Parco Roja tra le 20 e le 30 persone”, spiega Vincenzo Palmero, commissario della Croce Rossa di Ventimiglia, che aggiunge: “Questo info point è stato aperto grazie alla Croce Rossa Monegasca in collaborazione con quella italiana. Si sono piazzati sullo spazio antistante la stazione ferroviaria per dare accoglienza a tutti i migranti che arrivando in questa città, ed in particolare modo in questi ultimi mesi ne sono arrivati tantissimi. E’ importante poter dare ad ognuno una giusta indicazione ed una corretta informazione. Mi permetto di ringraziare a nome anche dei miei superiori della CRI l’intervento benefico e umanitario che ha voluto dare alla nostra città di Ventimiglia e al nostro paese, come sempre la Croce Rossa Monegasca, sempre molto vicina a noi”.

I primi ad essere accompagnati, sul pulmino messo a disposizione dalla Croix Rouge Monégasque sono stati una mamma e il suo bambino di tre anni. Ma in stazione, gettati a terra, restano tanti uomini, quasi tutti giovanissimi. Quando si accorgono di non riuscire a proseguire il loro viaggio verso la Francia a bordo di un treno, vanno a trascorrere la notte sotto il cavalcavia di via Tenda e poi provano a passare il confine in uno dei tanti modi che ormai sono ben noti: a piedi lungo l’autostrada, sui binari, passando per le montagne.

L’aspetto più delicato, dunque, non sembra tanto essere quello organizzativo: la vera difficoltà sta nell’abbattere quel muro di diffidenza che i migranti, che a Ventimiglia si trovano davanti ad un confine invalicabile, hanno costruito intorno ad essi, anche e soprattutto a causa del caleidoscopio di informazioni, contrastanti tra loro, che ricevono da chi, come sottolinea il funzionario della Croix Rouge Fabbretti, “vuole abusare di loro”.