Ventimiglia, caso Croft: ecco perché è stato assolto il passeur solidale
Aveva aiutato una famiglia irregolare a superare il confine
Ventimiglia. “L’imputato ha agito ritenendo che i soggetti fossero bisognosi di assistenza sia per le condizioni fisiche in cui si trovavano sia per il fatto che stava per venir meno l’aiuto umanitario fino a quel momento prestato. L’erroneità della valutazione discende proprio dal fatto di aver ritenuto il suo soccorso come l’unico possibile”.
E’ stata depositata la sentenza del collegio presieduto dal giudice Donatella Aschero relativa al processo a carico di Felix Croft, il passeur “solidale” francese che lo scorso 27 aprile è stato assolto dalle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in quanto “il fatto non costituisce reato”.
Il 28enne, secondo quanto si legge nelle dieci pagine che motivano la sentenza emessa dal tribunale di Imperia, era erroneamente convinto di essere nel giusto. Per motivare la sentenza, il collegio ha applicato l’articolo 12, comma 2 del testo unico sui migranti (legge 286 del 1998) in quanto la famiglia proveniva dal Darfur, zona di guerra del Sudan, insieme al quarto e ultimo comma dell’articolo 59 del codice penale: che prevede un’attenuante dovuta a “circostanze non conosciute o erroneamente supposte”.
Croft era stata arrestato il 22 luglio 2016 dai carabinieri di Ventimiglia in quanto stava trasportando in Francia illegalmente cinque migranti a bordo della propria Citroen Xantia, a bordo della quale i militari avevano trovato anche due coltelli a serramanico.