“Ragazzi, fate valere la forza dell’amicizia”: il messaggio del questore alle vittime di cyberbullismo dopo il primo caso a Imperia

27 luglio 2017 | 12:18
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“Ragazzi, fate valere la forza dell’amicizia”: il messaggio del questore alle vittime di cyberbullismo dopo il primo caso a Imperia
“Ragazzi, fate valere la forza dell’amicizia”: il messaggio del questore alle vittime di cyberbullismo dopo il primo caso a Imperia
“Ragazzi, fate valere la forza dell’amicizia”: il messaggio del questore alle vittime di cyberbullismo dopo il primo caso a Imperia

Prima applicazione della legge creata dopo la morte della 14enne Carolina Picchio

Imperia. E’ toccato al questore Cesare Capocasa di Imperia emanare il primo ammonimento per un caso di cyberbullismo dopo la morte della quattordicenne Carolina Picchio: il fatto risale a circa due settimane fa, quando un padre si è recato dalla polizia postale per raccontare quanto successo alla propria figlia, appena 15enne, che era stata ritratta in atteggiamenti intimi con l’ex fidanzatino, pronto ora a diffondere la foto in rete per una ripicca nei confronti della ragazzina.

Grazie alle capacità e alla preparazione degli agenti e al nuovissimo decreto legge in materia di cyberbullismo (la 71/2017), la polizia ha potuto evitare che l’immagine venisse pubblicata sul web o inviata ad amici e conoscenti della ragazza, scatenando nella sua giovane mente un effetto devastante. 
E’ ancora vivo il ricordo di Carolina Picchio, la 14enne che il 5 gennaio del 2013 si era buttata dalla finestra della sua casa, a Novara, dopo che gli amici avevano diffuso un video in cui veniva ripresa una violenza di gruppo sulla minore. 
Il caso di Carolina, diventata poi l’emblema del cyberbullismo, ha fatto il giro del mondo e in Italia si è trasformato in un decreto legge che oggi, dopo nemmeno due mesi dalla sua approvazione, trova la sua prima applicazione.

“Il cyberbullismo costituisce la versione innovativa e più micidiale del bullismo”, ha dichiarato il questore di Imperia Cesare Capocasa, “E’ un problema sociale e culturale: occorre per questo una risposta di sistema, cioè di più soggetti che devono lavorare in sinergia, creando una rete di risposta non soltanto repressiva, ma soprattutto preventiva. Occorre una campagna che vada a colpire nella coscienza e nelle menti dei giovani: una normativa che ha più valenza informativa ed educativa per prevenire piuttosto che per punire. Per questo la normativa ha una duplice finalità: evitare un ricorso ad azione penale e rendere edotto il minore del disvalore della sua condotta, degli atti persecutori che sta ponendo in atto”.

Una volta che la sezione di polizia postale delle comunicazioni ha acquisito e valutato la notizia di reato, la trasmette al questore che valuta se ricorrano i presupposti per un ammonimento. 
In questo caso viene convocato il minore, unitamente ad almeno un genitore, e lo si invita a cessare la condotta. Il provvedimento viene emesso nei confronti di un minore che ha compiuto almeno 14 anni e ha valore fino alla maggiore età, pur non avendo effetti giuridici.
“La normativa decreta la volontà del legislatore di bloccare una escalation di possibili atti persecutori che comportano nel minore vittima conseguenze gravi e spesso devastanti. I minori vittime si ritrovano sempre più isolati e inquieti e a volte, purtroppo, le conseguenze sono irreparabili”.

“La legge tutela il minore vittima ma anche l’autore perché spesso si tratta di minorenni che fanno uso inconsapevole della tecnologia: questa norma ci aiuta a porre dei limiti”, ha spiegato la dottoressa Tiziana Pagnozzi, vice questore aggiunto, dirigente della polizia postale della Liguria, “Lo scopo è soprattutto quello di far rendere conto ai minori e anche ai genitori che si stanno verificando dei fatti che possono avere conseguenze anche gravi. Spesso tutto parte da un atteggiamento di inconsapevolezza: fare una foto e poi diffonderla via WhatsApp è qualcosa di normale per questi ragazzi che ormai hanno tutti uno smartphone, strumento che devono imparare ad usare con consapevolezza”.

Ad occuparsi del caso specifico è stato il dirigente della divisione anticrimine della Questura di Imperia Pier Paolo Falzone che, a seguito di una serie di testimonianze che hanno confermato quanto raccontato dal padre della 15enne, ha convocato l’ex fidanzatino e i suoi genitori.
“Ritengo che il nostro intervento in questa fase abbia avuto successo”, ha dichiarato Falzone, “Perché il ragazzo, che si era dichiarato inconsapevole di quello che stava facendo, ha capito la gravità dei fatti. Gli è stato intimato di cancellare questa foto da qualsiasi memoria: è importante, sotto questo aspetto, la presenza del genitore che fa da garante”.

“Ragazzi, fate valere la vostra forza tranquilla, quella dell’amicizia e della solidarietà”, ha concluso il questore Capocasa, parafrasando una frase utilizzata dal presidente della Repubblica Mattarella durante la visita in una scuola: “Questo è l’invito che rivolgo a tutti i minori che sono vittime di bullismo e cyberbullismo”.