Migranti, parla Ioculano “Situazione di stallo, l’Europa ha isolato Ventimiglia”
“L’unica reale possibilità di gestire il fenomeno è quella di far funzionare il centro della Croce Rossa”
Ventimiglia. L’amministrazione comunale da ormai tre anni sta gestendo l’emergenza migranti, che nonostante il trascorrere del tempo non si è ancora risolta. Il primo cittadino più di una volta si è sentito solo ad affrontare una situazione che spesso va aldilà delle sue possibilità.
“I momenti di difficoltà ci stanno” – afferma il sindaco Enrico Ioculano – “Oggi la situazione è di stallo, continuiamo ad avere degli arrivi che cambiano in quantità di giorno in giorno. La difficoltà ovviamente è quella di riuscire a gestire una situazione di questo tipo. Ormai sappiamo che i flussi sono molto dinamici e sono conseguenti agli sbarchi, si è costituito con la prefettura, pur il comune non avendo la competenza in materia, quello che è un indirizzo istituzionale per i migranti, che si basa sul centro di accoglienza del Parco Roja. Se ognuno, che si occupa del tema migratorio, indirizzasse nella giusta direzione le persone migranti presenti in città, evidentemente si avrebbero molti meno riflessi negativi sul territorio comunale. Spesso e volentieri ci si trova ad affrontare delle situazioni disgregate, delle situazioni particolarmente difficili di accampamento abusivo piuttosto che di situazioni estemporanee perché non c’è da parte di tutti la volontà di far funzionare questo sistema”.
Con l’arrivo dell’estate il primo cittadino conferma che vi saranno nuovi arrivi nella città di confine: “C’è la certezza di nuovi arrivi e il piano è quello di far funzionare il centro della Croce Rossa che ha una capacità di accoglienza. E’ stata ampliata ai minori. Si sta lavorando anche sulla questione famiglia per riuscire a liberare le Gianchette e quindi dare in qualche modo sollievo al quartiere. Io credo che dalla settimana prossima potrà essere già predisposta un’area ad hoc, ma il punto di riferimento è il centro della Croce Rossa. Come abbiamo visto lo scorso anno con la sua duttilità è in grado di ospitare tutte le persone che sono presenti sul territorio comunale, questa è l’unica reale possibilità di gestire il fenomeno”.
Il sindaco Ioculano aveva esposto la delicata questione a Roma e al ministro Minniti per cercare di avere un sostegno anche da parte dello Stato. “Rispetto a quanto abbiamo vissuto negli altri anni evidentemente con il ministro Minniti c’è stato un approccio diverso, si è dimostrata una persona con la quale si riesce a interloquire, poi purtroppo, ed è un dato di fatto, l’isolamento che ha l’Italia ha delle conseguenze molto pratiche sul territorio italiano e sulla nostra città. Se ci fosse da parte di altri partner europei la responsabilità che quotidianamente annunciano ma che al contempo disattendono, avremo risultati evidenti e concreti su Ventimiglia, purtroppo questo oggi non c’è e viviamo una situazione di isolamento, inteso come isolamento del paese e Ventimiglia ha le sue ricadute, questo è chiaro. Penso che delle risposte ci sono state come i numeri di presenza della polizia sul territorio, la difficoltà che resta sempre è quella dei continui arrivi”.
L’impegno continuo da parte dell’amministrazione nel cercare di risolvere questa situazione prendendo in considerazione tutti i punti di vista degli attori protagonisti (migranti, associazioni, cittadini) testimonia la drammatica complicazione del fenomeno migratorio in Italia. Le frontiere sono chiuse e nell’aria si respira preoccupazione, stanchezza e malcontento. “La stanchezza la viviamo noi con le persone con cui si parla tutti i giorni aldilà degli episodi, aldilà delle situazioni, c’è una stanchezza dovuta a tre anni di clima teso, di situazione esasperata, di un rapporto che è davvero difficile. La stanchezza c’è da parte di tutti – sottolinea il sindaco – La situazione del Brennero è molto diversa dalla nostra, è la solita prova muscolare prima delle elezioni. La presenza o i passaggi sono pressoché nulli. Vediamo anche noi quello che succede con la vicina Francia, il passaggio c’è perché gli arrivi sono dovuti anche al fatto che evidentemente è permeabile come confine. Certo che questo passaggio può avere un suo riscontro, un suo risultato. Mi metto nei panni di chi passa e dipende da come è fatto. Certo che se si parte in 200 per attraversare il confine nel giro di mezza giornata, come è successo, si riportano indietro. Se si prova a gruppetti o a numeri davvero limitati è più facile mantenere speranze per proseguire il l’obiettivo. Resta comunque una situazione particolarmente difficile”.
Per facilitare l’integrazione anche la città Ventimiglia ha pensato ad iniziative per utilizzare i migranti in lavori socialmente utili: “Abbiamo fatto un bando per il volontariato civico a cui hanno risposto un buon numero di ragazzi – dice Ioculano – Resta sempre la peculiarità della città. La nostra è una zona di transito e non di stazionamento e le persone che hanno risposto sono quelle che sono inserite all’interno di un CAS, come può essere quello della Croce Rossa in via Dante, altrimenti parliamo di persone che arrivano, stanno alcuni giorni e poi vanno via. Diventa perciò difficile instaurare qualsiasi tipo di dialogo”.