Migranti nell’ex albergo di Triora, raccolte 100 firme per dire “no”: “Così calpestano i nostri diritti”

20 luglio 2017 | 16:10
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Migranti nell’ex albergo di Triora, raccolte 100 firme per dire “no”: “Così calpestano i nostri diritti”

Arriveranno fra pochi giorni e saranno tra 35 e 50: “Troppi per 200 abitanti”

Triora. 

Un numero imprecisato di migranti, pare tra i 35 e i 50, giungerà nel borgo di Triora e verrà alloggiato nell’ex albergo “La colomba d’oro”. Una notizia, questa, che non è piaciuta ai residenti, colti alla sprovvista e non preparati all’arrivo di un numero così alto di stranieri (secondo il piano del Ministero, i Comuni al di sotto dei 2000 abitanti avrebbero dovuto farsi carico di 6 migranti).

E così tre persone, tra cui Luana Bertol, hanno formato il “Comitato Pro Triora e il suo territorio”, raccogliendo già un centinaio di firme. “Non vogliamo dire no all’accoglienza: se qualcuno ha bisogno di aiuto deve essere aiutato e questo è indiscutibile”, ha dichiarato la signora Bertol, “Ma un paese che conta 200 abitanti non si può far carico di così tante persone”.

C’è inoltre un altro aspetto che preoccupa residenti e commercianti: la possibile ricaduta negativa sul turismo. “Sono vent’anni che stiamo investendo per rendere il paese più accogliente”, spiega Luana Bertol, “Promuoviamo la sua bellezza naturale e architettonica e facciamo di tutto per far conoscere la sua storia. Abbiamo lavorato tantissimo: i nostri diritti chi li garantirà?”.

Un esempio pratico, gli abitanti di Triora, lo hanno dal Comune di Molini: “Qui ci sono 25/30 migranti ma solo 4 o 5 hanno aderito al protocollo per svolgere lavori socialmente utili. Gli altri non hanno voluto. E allora come faranno ad integrarsi? E’ questo che vogliamo capire. A Triora abbiamo 70 km quadrati di territorio: ben vengano dunque queste persone, in numero adeguato, se vogliono aiutarci lavorando, pulendo i sentieri, affiancandosi a noi: ma se vengono a far nulla, allora non va bene”.

“Se fossero pochi, oltretutto, sarebbe anche più facile seguirli”, ha concluso la donna, “Si potrebbe coinvolgerli più facilmente. Se arrivano in 50, invece, faranno comunella tra loro come in tutti gli altri Comuni. E questa sarebbe integrazione?”.