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Manca il numero legale in consiglio comunale a Imperia, è crisi di maggioranza

31 luglio 2017 | 18:26
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Manca il numero legale in consiglio comunale a Imperia, è crisi di maggioranza
Manca il numero legale in consiglio comunale a Imperia, è crisi di maggioranza
Manca il numero legale in consiglio comunale a Imperia, è crisi di maggioranza

Doppio appello della segretaria comunale Rosa Puglia, ma l’aula era deserta

Imperia. I tre consiglieri della neonata formazione “Energie per l’Italia”, ex Imperia Cambia, lo avevano promesso: “Per la pratica relativa agli equilibri di bilancio non saremo presenti”. E così è stato. La crisi di maggioranza si è aperta in un consiglio comunale di luglio con la testa già in vacanza. Se ne riparlerà a questo punto ad agosto. Un consiglio in piena estate da convocare presumibilmente il 12, tre giorni prima di Ferragosto. Situazione mai vista ad Imperia. Ma a deciderlo sarà la riunione capigruppo già fissata per il 5 agosto per colazione. E in tutto questo minestrone avanza anche l’ipotesi dell’arrivo del commissario. Presenza “esterna” che il Comune aveva già conosciuto nel 2012.

Oggi però qualcosa è andato storto: al doppio appello della segretaria Rosa Puglia è mancato il numero legale. Mancava anche il sindaco Carlo Capacci che ad inizio consiglio era stato protagonista di un battibecco con il consigliere di Imperia bene comune Gianfranco Grosso e comunque non c’erano i numeri per poter passare quelle pratiche che “scottano” ovvero gli assestamenti di bilancio e le verifiche decise dalla normativa. Mancando i numeri necessari per poter continuare i lavori il presidente del consiglio Diego Parodi ha sciolto la seduta.

E’ una delle tappe della crisi politica imperiese che già da mesi ha messo in difficoltà lo stesso primo cittadino. Capacci rimasto in silenzio per settimane dopo le “sparate” dei consiglieri Palma e Savioli, ha esternato la volontà di presentare una mozione di fiducia per dimostrare il valore suo e dell’amministrazione. Ma dal secondo round del consiglio di questo pomeriggio si è capito già che qualcosa si è inceppato nella macchina amministrativa. “Una barca alla deriva”, aveva detto Marco Scajola auspicando l’arrivo del commissario considerandolo “un male minore rispetto ai danni che ha provocato questa giunta”. E lo hanno capito anche gli imperiesi che si sono accorti che da oltre un anno si va avanti col freno a mano tirato.

Capacci non si scompone e chiarisce le idee a chi ha poco chiari certi concetti: “Il bilancio è stato approvato solo pochi mesi fa. Il governo ha imposto una verifica a luglio che è impossibile rispettare. Meglio sarebbe stato farla a novembre.  Come possiamo oggi dire che cosa è stato fatto o non è stato fatto?E’ un controsenso e lo capisce anche un bambino”.

E se ad agosto dovessero mancare i voti dei tre consiglieri di Energia per l’Italia? I consiglieri della maggioranza in vacanza rientreranno e al prossimo consiglio sarebbe “tutto in bolla”. Viceversa arriverebbe un commissario prefettizio e verrebbe sciolto il consiglio comunale. Si tratta di un’ipotesi remota? Non resta che attendere: “La non sfiducia dell’amministrazione – avevano sottolineato in una nota i consiglieri di Energia per l’Italia – è servita e serve tuttora a portare avanti – anche se con molte criticità – progetti che non si possono lasciare ad un eventuale commissario. E’ un fatto di responsabilità nei confronti della città”. Nel pomeriggio altra nota con sei punti indispensabili per andare avanti e un diktat: “Non possiamo lasciare nelle mani di un commissario problematiche come il porto e il depuratore o l’ appalto rifiuti”.