Il cielo, il mare e le colline di Cervo incantano e fanno innamorare i turisti



Non importa di quale nazionalità sia il nostro ospite, questa è la loro sorpresa qui a Cervo, voce di viaggi echeggianti tra le sue mura
Cervo. Ogni volta che accompagno gli ospiti a Cervo colgo sulle loro labbra attonite il cielo, il mare, le colline di cui s’innamorano.
È un colpo di fulmine, anche sotto un cielo dove raramente le nubi sono aquiloni d’acqua cristallina, al sapore di sale.
Ad ogni ospite assegno un filo, cui ogni aquilone è legato ad una storia, ad una leggenda, ad un mito.
Ognuno lo tiene stretto osservandolo, studiandolo, ammirandolo dal basso all’alto, volteggiare oltre i tetti di ardesia ed i terrazzi periscopio. Poi il fulmine ed il tuono che sfugge da quei volti sorpresi che si trasformano in aliti di vento di libeccio e gorghi di mare al momento del girasole.
Non importa di quale nazionalità sia il nostro ospite, questa è la loro sorpresa qui a Cervo, voce di viaggi echeggianti tra le sue mura.
Sono flash di lampi e contro-lampi e Cervo naturalmente è il faro magnetico ramificato nei suoi carugi. Nessun Ospite si lascia sfuggire dalle sue dita l’aquilone assegnato, lo tiene ben stretto come avesse fra le sue dita il globo intero e una certa estensione di tempo.
Sì, perché Cervo in tutto questo contesto è davvero l’aquilone più alto e tempo infinito che guizza, abbaglia, scroscia, e fa il lavoro di Porto Sicuro Ospitale.