Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”

26 luglio 2017 | 08:10
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Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”
Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”
Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”
Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”
Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”
Area archeologica di Capo Don, “Darà molte risposte sull’evangelizzazione anche a livello nazionale”

Entro l’anno l’apertura di uno spazio espositivo multimediale su questa importante area in cui è nata la cristianità nell’estremo ponente ligure

Riva Ligure. 60 studenti provenienti da tutta Europa e persino dalla Siria, 6 settimane di scavi, questi alcuni numeri inerenti al progetto archeologico illustrato questa sera in piazza Matteotti a Riva Ligure su Capo Don e la sua basilica, un patrimonio e testimonianza dell’evangelizzazione in provincia di Imperia datato VI secolo. A seguire il progetto sono stati gli studenti ed i docenti del Pontificio Istituto di archeologia cristiana di Roma, di cui sono emerse novità importanti dal punto di vista storico e sociale.

Inoltre la giornata di oggi è stata dedicata alla memoria del compianto Giuseppe Palmero, importante figura di studioso del ponente medioevale. Giorgio Giuffra sindaco di Riva Ligure sull’area archeologica di Capo Don ha affermato: “6 settimane di scavi, 7 anni di ricerche, siamo arrivati ad una conclusione. Il sito archeologico di Capo Don è un’eccellenza del panorama ligure e nazionale per quel che riguarda l’archeologia. Sicuramente – prosegue Giuffra – è importante quanto è stato fatto dall’Istituto Pontificio in queste settimane e ringrazio la diocesi e la soprintendenza. Il prossimo passo – annuncia il primo cittadino – sarà l’apertura di uno spazio espositivo multimediale dedicato ai ritrovamenti di Capo Don, entro l’anno.”

“Questo è lo scavo più grande della Liguria in questo momento – ha affermato Aurora Cagnana della Soprintendenza dei beni culturali ed artistici della Liguria – e in serbo c’è l’apertura e lo scavo dei sarcofagi e sepolture che sono state messe in luce in grande quantità questa estate.”

E ancora: “Lo scavo in questo sito continuerà perchè c’è ancora molto da indagare, vedi le sepolture o la navata centrale della chiesa; ci sono molte sorprese che ci aspettano ma lo studio, poi globale dei rapporti e dell’architettura ci sarà molte risposte sulla cristianizzazione in Liguria.”

Già, perchè il sito di Capo Don, secondo gli studiosi, è legato anche alla cristianizzazione di Genova, ad esempio nella figura di San Siro e per Cagnana “Capo Don ci darà tante risposte sul piano storico ma anche sui legami tra la viabilità antica romana ed i fenomeni di cristianizzazione, tra i proprietari di ville tardo romane ed i proprietari che si convertivano al cristianesimo e donavano il loro territorio alla chiesa. Ci darà tante risposte, non solo a livello ligure ma anche a livello nazionale per come è impostata la ricerca.”