Ventimiglia, manifestazione Amnesty International: “Più che polizia, servono mediatori culturali”

20 giugno 2017 | 20:07
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Ventimiglia, manifestazione Amnesty International: “Più che polizia, servono mediatori culturali”

Una sessantina di persone alla manifestazione organizzata nella Giornata Mondiale del Rifugiato

Ventimiglia. Una sessantina di persone ha preso parte alla manifestazione organizzata al valico di Frontiera di Ponte San Ludovico da Amnesty International Liguria e da Amnesty Francia-Costa Azzurra in nome dei diritti internazionali dei rifugiati e migranti.
Nella Giornata Mondiale dei Rifugiati, gli attivisti si sono dati appuntamento in un luogo simbolo: la frontiera che impedisce il passaggio dei migranti e li respinge in Italia, una volta superato il confine.

“La situazione continua ad essere molto grave”, ha dichiarato Paolo Bensi, responsabile di Amnesty International Liguria, “Nel senso che a Ventimiglia continuano ad accumularsi rifugiati, migranti, richiedenti asilo che sono alloggiati in un campo insufficiente, anche se trattati con una certa qualità di vita. Il problema però è generale in quanto Ventimiglia è l’imbuto dove vanno a finire tutte le persone che cercano disperatamente di andare in Francia. Alcune sono andate incontro ad una morte atroce: sono precipitate dai viadotti autostradali, sono morte travolte da camion e treni, siamo qui per ricordarle”.
Palloncini bianchi lanciati nel cielo: questo il simbolo delle vite spezzate nel tentativo di proseguire un viaggio e raggiungere una meta.

“Più che la polizia servono intermediari culturali, bisogna che i migranti imparino l’italiano al più presto possibile e soprattutto si rendano conto dei loro diritti, dei quali spesso non vengono informati con il risultato che tentano ogni giorno di scappare in Francia, da dove vengono respinti secondo gli accordi di Dublino”, ha spiegato Bensi, “L’Europa deve fare la sua parte. Alla  Francia chiediamo soprattutto di non respingere i minorenni che hanno diritto ad una protezione internazionale, anche se raggiungono il paese clandestinamente”.