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Rezzo dopo l’alluvione riparte con albergo diffuso, centro artistico e laboratorio del turismo

18 giugno 2017 | 18:54
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Rezzo dopo l’alluvione riparte con albergo diffuso, centro artistico e laboratorio del turismo
Rezzo dopo l’alluvione riparte con albergo diffuso, centro artistico e laboratorio del turismo
Rezzo dopo l’alluvione riparte con albergo diffuso, centro artistico e laboratorio del turismo
Rezzo dopo l’alluvione riparte con albergo diffuso, centro artistico e laboratorio del turismo

Quattro enti insieme firmano un protocollo d’intesa per rilanciare il territorio dopo i nubifragi di novembre

Rezzo. Sette mesi dopo l’alluvione la zampata sulla collina che sovrasta Lavina di Rezzo si vede ancora ed ha lasciato il segno:  la strada, invece, è stata sgomberata dai detriti. La casa che era stata sepolta dalla valanga di fango che ha ricoperto anche il ponte del paese è tornata in vita, abitabile.  Mentre il guardrail che si affaccia sulla frazione di Borghetto è ancora da sistemare ed è pericoloso.

Gli interventi da compiere in zona sono ancora tanti e anche costosi. Per un Comune piccolo come Rezzo non è facile con le casse vuote poter far fronte a tutto. Ma ci sono altri progetti, molto interessanti e degni di nota, pronti a decollare come l’apertura di un albergo diffuso a Cenova, una struttura che, almeno questo è l’auspicio, favorirà l’occupazione.

Il target da raggiungere è preciso: conquistare turisti italiani e stranieri coloro che amano l’ambiente, il cicloturismo, il turismo di tipo familiare. Un’altra idea? Creare un centro artistico vitale per sviluppare per periodi più o meno lunghi una forma di turismo di tipo culturale. Uno o più edifici potranno ospitare, ad esempio, atelier con un target anche in questo ben definito con una forma di accoglienza adeguata per artisti e studenti degli istituti d’arte. Si vuole poi avviare un laboratorio del turismo per favorire nuovi residenti temporali e stanziali.

Rezzo, in Valle Arroscia, territorio di storia e tradizioni da conservare, piegato dai nubifragi di novembre, rinasce e si rialza con l’impegno di “una grande famiglia – come ama definirla il sindaco Renato Adorno – la gente del paese che continua a collaborare in questa grande impresa anche con l’aiuto di associazioni e fondazioni importanti che oggi sono venute a trovarci rimaste colpite anche dal fatto che si sentono parlare sedici lingue diverse: lo spagnolo, il tedesco, il finlandese, il francese ad esempio”.

In una domenica di fine giugno, nella sala consiliare del Comune che solo sette mesi fa non si poteva raggiungere perché il paese era completamente isolato, ecco che il primo cittadino illustra col sorriso stampato sulle labbra la sua strategia di rilancio. “Oggi è un giorno importante per la nostra comunità. I fatti di novembre hanno certamente rallentato il percorso della macchina amministrativa, ma non per questo ci siamo fermati. Anzi. Ora c’è un progetto territoriale per Rezzo, idee per far rivivere quattro borghi dell’entroterra ligure. Gli enti che finora hanno contribuito a questa iniziativa – ha sottolineato Renato Adorno – sono quattro il Comune di Rezzo, la Fondazione Pro Natura, Fondazione Rivoli 2 e Associazione Uomo e Territorio. Sono state gettate le basi fondamentali per la rinascita e lo sviluppo delle tre frazioni e del centro paese. La nostra intenzione è quella di avviare un albergo diffuso e quindi di aumentare il numero delle unità turistico-abitativo”.

Uno degli obiettivi? Il ripopolamento delle frazioni di Rezzo, aumentare le presenze turistiche, riqualificare l’ambiente, i sentieri sempre in un’ottica di equilibrio del patrimonio esistente. Il Comune di Rezzo quindi funge da facilitatore e mediatore tra soggetti esterni e proprietari di edifici e terreni e sviluppare i contatti con gli enti sovracomunali e quindi accedere a finanziamenti regionali e comunitari. Anche il Parco regionale delle Alpi Liguri ha le stesse funzioni.

Altro obiettivo? Frenare la disoccupazione. “Vogliamo favorire lo sviluppo delle iniziative che diano un impulso alla ripresa del lavoro – ha aggiunto il sindaco – Ma lavoriamo anche alla conservazione del patrimonio culturale ovviamente salvaguardando l’ambiente”. Rivoli 2, nata nel 2013 per documentare percorsi di sperimentazione e ricerca di giovani artisti e musicisti, ma anche designer, attori e videomakers, ad esempio, vuole contribuire nella salvaguardia di beni che probabilmente sono più appetibili ai turisti stranieri che non a quelli nazionali.

La Fondazione Pro Natura (riconosciuta dal ministero dell’Ambiente dal 1987 e che fa parte dell’Unione internazionale per la conservazione della natura e della commissione internazionale per la protezione delle Alpi ndr) pone invece l’attenzione sul patrimonio naturalistico offerto da questa zona. E la Fondazione può fornire ausilio tecnico-scientifico e di assistenza ai soggetti che operano sul territorio nella gestione dei progetti. “Vogliamo mettere insieme gli aspetti naturali e culturali con l’obiettivo di valorizzare questo territorio. Quindi vogliamo creare occasioni per uno sviluppo ecosostenibile con la possibilità di portare persone a visitare questo paese che possiede un ecosistema che non è stato intaccato da forme di inquinamento, caso assai raro”.

Per l’associazione Uomo e Territorio che ha un know-how di tutto rispetto e da sempre impegnata nella gestione di progetti territoriali, “oggi può decollare un progetto che altrove è in attesa di partire. La firma di questo protocollo d’intesa sicuramente finirà sui tavoli delle istituzioni. Il nostro compito è quello di avvicinare le persone a questa zona che continua a fornire ecoservizi che secondo noi non pongono limiti ma che invece possono essere sfruttati. Il nostro compito allora è quello di far rivivere quello che in realtà già vive. Siamo disponibili a dare il nostro sostegno in questo progetto”.

“Il nostro territorio è rimasto incontaminato – ha ribadito Giuliano Maglio, presidente del Parco delle Alpi Liguri – e dobbiamo saper sfruttare ogni potenzialità. Dobbiamo impegnarci e frenare lo spopolamento e anzi favorire le condizioni per far ritornare coloro che hanno abbandonato il territorio”.

Per far decollare queste idee è necessario trovare gli operatori economici che dovranno condividere gli obiettivi progettuali e il loro processo di attuazione. E’ pronta una squadra con specialità diverse per avviare un albergo diffuso a Cenova, riqualificare l’ecomuseo della pietra, la creazione di un centro artistico incentrato sulla lavorazione della pietra e costituire di un laboratorio didattico sui temi del turismo, della cultura e dello sviluppo della zona. “Ci riusciremo con l’aiuto di tutti, nessuno escluso”, ha detto convinto il sindaco Adorno, tenace e pronto a continuare la sua battaglia per rilanciare il paese.