Imperia: studente non ammesso alla maturità, la preside: “Non ho mai incontrato i genitori”

14 giugno 2017 | 09:59
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Imperia: studente non ammesso alla maturità, la preside: “Non ho mai incontrato i genitori”
Imperia: studente non ammesso alla maturità, la preside: “Non ho mai incontrato i genitori”
Imperia: studente non ammesso alla maturità, la preside: “Non ho mai incontrato i genitori”

Il caso riguarda l’Ipsia e un ragazzo che frequenta il corso per operatore di impianti termo-idraulici

Imperia. Quarantun ragazzi dell’Ipsia Marconi si preparano alla maturità, dieci di loro dovranno ripetere la quinta e tra questi Manuel (nome di fantasia ndr) non ammesso all’esame.

Ma da Enrica Minori, preside dell’istituto di via Gibelli, viene fatto notare che “le numerose assenze durante l’anno scolastico hanno certamente pesato sulla posizione del ragazzo”. Risultato? Manuel non ammesso e la famiglia pronta a presentare un ricorso al Tar. E ci vorranno tanti soldi per scomodare i giudici amministrativi.

Alle nove del mattino Enrica Minori, preside all’Ipsia e al Cassini, è nel suo ufficio. I colleghi insegnanti alle prese con gli scrutini. “Verifichiamo, con tutta l’attenzione del caso, migliaia di posizioni. E anche quella del ragazzo che frequenta il corso di “Operatore di impianti termo-idraulici” è stato esaminato. Sulla non ammissione all’esame – dice la preside – pesano le numerose assenze. Tutte giustificate, è vero, ma gli insegnanti non hanno ritenuto passarci sopra. Il loro operato è stato serio e rispettoso delle regole”.

La scuola, dunque, si difende. “Ognuno è libero di fare le proprie scelte anche di ricorrere al Tar, ma quando si farà l’accesso agli atti si capirà che tutto è stato fatto alla luce del sole e con la massima trasparenza”, ripete la preside.

Manuel,  affetto da lieve ritardo mentale, dislessia e disgrafia, era seguito da un insegnante di sostegno? “Dal 27 ottobre era seguito da una insegnante di sostegno. E prima ancora dei “potenziatori”, personale che individua la scuola con il massimo rigore – risponde la preside – Durante l’anno i genitori hanno parlato con il consiglio d’istituto e di classe, ma non hanno mai parlato con me. Se solo avessero chiesto un colloquio avrei spiegato loro per filo e per segno la situazione del ragazzo e di quelle tante ore di assenza che avevano un peso sulla formazione dello studente. Tutto quello che potevamo fare lo abbiamo fatto con scrupolo. Se il ragazzo non è stato ammesso alla maturità lo abbiamo fatto anche per il suo bene. Questo provvedimento non deve essere interpretato come una punizione”.