“I francesi hanno rinchiuso in prigione i miei amici, non abbiamo fatto niente di male”
Oggi, insieme ad altri 200 migranti come lui, quasi tutti sudanesi, il 22enne verrà accompagnato al CIE di Taranto
Ventimiglia. Scoppia a piangere prima di iniziare il suo racconto, il giovane migrante fermato dalla polizia francese e riammesso in Italia, mentre con i suoi compagni di viaggio tentava di oltrepassare il confine e raggiungere la Francia. “Non so più dove sono i miei amici”, dice, “Ci hanno divisi e ora siamo qui”. “Questa è Francia o Italia?”, ci aveva domandato poco prima. Quando gli abbiamo risposto che si trovava in Italia, con sguardo sommesso ha chiesto: “E la Francia dov’è?”. Erano partiti in quattrocento, nella notte tra domenica e lunedì. Avevano lasciato le sponde del fiume Roja determinati a lasciare l’Italia. Il ragazzo che accetta di parlare con noi arriva dal Ciad.
Ha attraversato l’Africa, il Mediterraneo e poi l’Italia con un solo obiettivo: la Francia. Ma non ce l’ha fatta e desolazione e stanchezza lo fanno scoppiare in un pianto a dirotto. Ha 22 anni e non sa che cosa ne sarà di lui. “Eravamo in cammino, a piedi, da due giorni”, racconta, “Poi ci hanno fermato e ci hanno divisi in tanti gruppi. I miei amici dove sono? Sono in prigione, li hanno presi i francesi. Ma noi non abbiamo fatto niente di male, abbiamo camminato in silenzio per due giorni”. Oggi, insieme ad altri 200 migranti come lui, quasi tutti sudanesi, il 22enne verrà accompagnato al CIE di Taranto. Ma il giovane non si arrenderà, ritornerà infatti a Ventimiglia e proverà di nuovo ad attraversare il confine nella speranza di realizzare il suo sogno ed essere libero.
(Foto di Jacopo Gugliotta)