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Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”

6 giugno 2017 | 21:50
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Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”
Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”
Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”
Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”
Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”
Cena/iftar di beneficenza a Ventimiglia, il vescovo Suetta “Segno di accoglienza umana e di unità nella diversità”

Un momento religioso di condivisione tra cristiani, islamici e turchi

Ventimiglia. Questa sera in occasione del sacro mese di Ramadan, presso il salone della parrocchia di San Nicola a Ventimiglia la CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) italiana in collaborazione con la diocesi di Ventimiglia – Sanremo e la Caritas diocesana hanno organizzato “114 Pizza e dolci”, una cena/iftar di beneficenza. All’evento erano presenti, oltre agli ospiti accolti dalla parrocchia, anche il vescovo Antonio Suetta, il vicesindaco Silvia Sciandra, l’assessore Vera Nesci e la comunità turca.

“L’incontro di questa serata è tipicamente religioso, perché l’invito, che è stato rivolto alla comunità cattolica da parte della comunità musulmana, è legato al particolare momento che loro stanno vivendo che è appunto il mese del Ramadan, segnato dal digiuno durante le ore di luce e da un momento di preghiera piuttosto prolungato e naturalmente anche di cena festosa dopo il calare del sole – afferma il vescovo Antonio SuettaCi hanno chiesto di partecipare all’avvio di questo incontro, che per loro si prolunga anche durante la notte. Ho accettato volentieri e sono contento che ci siano anche altri cristiani insieme con noi, perché è un segno di rispetto, di attenzione, di unità nella diversità della fede, non confondiamo la nostra fede cristiana con quella islamica, ma il riferimento a Dio, il riferimento al Signore come speranza, come centro della nostra vita, come occasione di preghiera, naturalmente è un’esperienza che condividiamo, in modo diverso ma che condividiamo. Il nostro essere qua vuole essere un messaggio di reciproco rispetto, di volontà d’incontro, di conoscenza e di profonda accoglienza umana”.

Imam Abu Bakr Moretta, responsabile della comunità religiosa islamica italiana, spiega:

“Stiamo vivendo un momento di passaggio ad una situazione difficile in cui ognuno di noi deve metterci un po’ di comprensione e cercare di avvicinarci anziché dividerci o metterci su due posizioni conflittuali – afferma il vicesindaco Silvia SciandraE’ una sera in cui siamo tutti insieme ed è sicuramente una sera di festa”.

La serata ha preso il via con la preghiera ad Allah e quella cristiana tratta dal vangelo: