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La storia del cane che capì come addestrare i suoi proprietari

29 maggio 2017 | 09:42
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La storia del cane che capì come addestrare i suoi proprietari
La storia del cane che capì come addestrare i suoi proprietari
La storia del cane che capì come addestrare i suoi proprietari

Per imparare a comprendere ciò che il nostro compagno con la coda ci comunica

Vi racconto la storia del cane che capì come addestrare i suoi proprietari o meglio compagni umani o meglio ancora domestici e fac-totum.

Aveva soli due mesi quando arrivò a casa (come da termini di legge 60 giorni esatti), era un batuffolino, un piccolo ammasso di peli con la coda che saltellava qui e là. Fin dall’inizio comprese subito come la situazione fosse complicata.

Questi umani mi parlano continuamente con un tono acuto, emettono vocalizzi e piccoli strilli quando mi vedono, fanno facce buffe e smorfie a tutto andare!”, pensò il piccolo cane. Ed effettivamente era così, i primi mesi il linguaggio a lui dedicato conteneva molti vocalizzi e suoni infantili di poco significato. A primo avviso però non si scompose più di tanto, penso che fosse normale dato che riservavano lo stesso linguaggio anche ad un altro cucciolo presente in casa, però umano. Essendo molto emotivo a volte non conteneva la pipì, veniva sgridato per questo, ma lui non ne poteva niente se non reggeva l’emozione in quei momenti pieni di gioia.

Così presero una traversina, un elegante tappeto di cotone destinato ai suoi bisognini. “Vogliono che la faccia lì! Signor sì signore!” Il problema fu che poi smise di fare i bisognini fuori e iniziò a farli solo in casa, addirittura spesso tornava dalla passeggiata di corsa per correre a sporcare sulla traversina. La traversina scomparve e ci volle un po’ di tempo per capire che era meglio sporcare fuori. La convivenza in fondo era tranquilla, le regole del gioco molto semplici, tanto che il giovane cane stilò un piccolo vademecum per i suoi amici con la coda che vivono con un umano proprio come lui:

Hai fame? Vai a sederti proprio vicino al tuo proprietario e guardalo con gli occhi da cucciolo tenero. Risultato: un bel biscotto/ snack/ ossetto/ pasto/ cibo in generale secondo fantasia. Hai voglia di giocare? Scegli un gioco a tuo piacere e portalo vicino al tuo proprietario, vedrai che non resisterà alla tentazione di lanciartelo. Se vuoi provare qualcosa che si avvicina allo sport estremo cinofilo puoi azzardare a rubare una ciabatta/calzino ecc, dovrai iniziare a correre e fermarti solo per guardarli bene negli occhi e invitarli a rincorrerti ancora. Senti che è ora di sporcare fuori? Vai alla porta e emetti dei versi per richiamare l’attenzione, a mali estremi gratta la porta. Se riesci ed è ad altezza muso allora puoi prendere il guinzaglio e portarglielo direttamente. Più sei chiaro nel messaggio e prima lo capiranno, vi sono situazioni delicate in cui il cane deve farsi sentire poiché l’umano diventa quasi cieco e sordo ai vostri segnali. Vuoi sgranchirti le gambe e scorrazzare? Al guinzaglio puoi! Il segnale per l’umano è tirare avanti e lui ti seguirà. Ogni tanto darà dei colpetti molto fastidiosi per rallentarti ma non ti preoccupare si stanca in fretta e continuerà a seguirti in silenzio. Mi raccomando coerenza! Vuoi salire sul divano? Siediti di fronte a loro e guardali con occhi da cucciolo “coccoloso”, poi dai dei colpetti con il muso molto delicati alle loro gambe. Questo è un tasto magico poiché in un secondo sarai invitato ad accomodarti e ti faranno anche spazio. In alcuni casi, a seconda delle dimensioni, verrai preso direttamente in braccio e posato sul divano in posizione centrale. In fondo i compagni umani sono molto semplici, si emozionano tanto e hanno bisogno di tanto affetto da parte nostra. Per i cani più fortunati i compagni umani imparano il nostro linguaggio e sono in grado di comunicare adeguatamente con semplici gesti, posture e tanti bocconcini golosi.

Questo è un riassunto che prende ad esempio situazioni di vita quotidiana che accadono realmente. Cari proprietari fate attenzione a ciò che comunica il vostro compagno con la coda. Lui ci osserva e studia dal primo giorno, entriamo in contatto con lui e godiamo del rapporto con una specie animale diversa dalla nostra in totale armonia.

Evviva i cani ed evviva la vita insieme a loro!

Dottoressa Marzia Massocco

http://evoluzionecinofila.blogspot.com

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