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Imperia, spaccio di cocaina: pusher albanese latitante condannato a due anni e 6.000 euro di multa

29 maggio 2017 | 12:16
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Imperia, spaccio di cocaina: pusher albanese latitante condannato a due anni e 6.000 euro di multa

l pm Alessandro Bogliolo ha chiesto, nel corso dell’odierna udienza 3 anni e seimila euro di multa

Imperia. Scambi di droga continui, in particolare cocaina, gestiti da un albanese Juba Besnik difeso dall’avvocato Pezzetta. Una storia che risale al 2012 che oggi è andata a sentenza in tribunale davanti al giudice Alessia Ceccardi e al pm Alessandro Bogliolo.L’uomo è stato condannato a 2 anni e 6.000 euro di multa.

La droga smistata a Imperia arrivava dal milanese. “Il pusher albanese era un nullafacente ma molto attivo negli ambienti”, ha riferito un carabiniere chiamato in aula a testimoniare sul traffico di droga. Un’operazione durata in un arco temporale di tre anni e che si era conclusa tra intercettazioni e pedinamenti come nel vecchio stile di indagine. Besnik ora è irreperibile. In aula ha testimoniato un suo connazionale, Paja R. La sua posizione era stata stralciata ed era stato condannato. Ha testimoniato anche un imperiese R.V. “non ricordo di aver mai fatto uso di cocaina ma di hashish o marijuana. Ho subito un processo per eroina nel 1994″. Ma il pm Alessandro Bogliolo ha ricordato all’uomo di essere stato al centro di uno scambio di droga con tre albanesi. Ad averlo osservato erano stati i carabinieri del nucleo operativo di Imperia. “Io non lo ricordo e non conosco Besnik”, ha ripetuto il teste negando di aver mai avuto rapporti con albanesi. Udienza aggiornata al 28 maggio.

Il pm Alessandro Bogliolo ha chiesto, nel corso dell’odierna udienza 3 anni e seimila euro di multa. L’imputato è latitante.

Parla l’avvocato della difesa, Elena Pezzetta: “Il mio cliente è una sorta di meteora che aveva chiesto ospitalitá a suoi connazionali perchè non sapeva dove andare. Juba è finito in alcune intercettazioni telefoniche perchè usava un cellulare prestato da amici che a loro volta era controllati dalle forze dell’ordine. Quindi gli inquirenti dalle cellule del telefono scoprirono che era stato in Lombardia. Ma non vi sono altre prove dell’effettivo traffico di droga e quando lo hanno fermato con il fratello non hanno mai trovato droga”.

La difesa: “Non è stato dimostrata la sua attivitá di spaccio e quindi chiedo l’assoluzione perchè il fatto non sussiste, ma se dovesse essere condannato chiedo almeno le attenuanti generiche perchè incensurato”.