Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo

22 maggio 2017 | 12:38
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Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo
Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo
Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo
Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo
Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo
Il ruolo del nuovo Crea nel Ponente ligure: ricerca, sviluppo territoriale e formazione a Sanremo

Incontro questa mattina con il commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria presso la sezione locale di Crea of

Sanremo. Il ruolo del nuovo Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) in Liguria e nel Ponente ligure; le sue linee di ricerca, dalle tecniche di coltivazione alla lotta al punteruolo rosso; le sfide degli ultimi progetti, da Flore 3.0 per elevare la competitività internazionale delle micro e pmi nelle filiere prioritarie transfrontaliere a I-Plants “Studenti in cammino nel verde 2.0” per far scoprire ai ragazzi la bellezza dei parchi cittadini, la biodiversità, le radici storiche economiche della floricoltura locale e tanto altro ancora. Sono questi solo alcuni degli argomenti trattati nella mattinata di oggi presso la sede di Sanremo del Crea of – Centro di orticoltura e florovivaismo dalla responsabile Barbara Ruffoni e il commissario straordinario del Crea Salvatore Parlato, con interventi della senatrice Donatella Albano, Commissione agricoltura in Senato, Stefano Mai, assessore dell’Agricoltura in Regione Liguria, Flavio di Muro, responsabile progettazione comunitaria Regione Liguria, e Alberto Biancheri, sindaco di Sanremo.

In particolare, l’incontro ha voluto approfondire gli aspetti legati dalla ricerca, lo sviluppo territoriale e la formazione in ambito floricolo messi in campo dal nuovo Crea, la cui presentazione è stato oggetto della prima parte dell’incontro. Dal 1 maggio infatti è stata introdotta una riorganizzazione strutturale del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria varato con la riforma che ha portato alla fusione tra l’ente Cra e l’Inea. Con questa riforma il nuovo Ente di ricerca ha concentrato in 12 nuovi centri, 6 disciplinari e 6 di filiera, tutte le competenze scientifiche in materia di agricoltura sinora svolte sotto la vigilanza del Mipaf operando nel contempo, una radicale riorganizzazione interna volta, da un lato, a semplificare la struttura dell’Ente e, dall’altro, a migliorare l’operatività degli stessi attuando una più incisiva integrazione, sia verticale di competenze diversificate, sia trasversale, con una specializzazione su materie fondamentali comuni a tutte le filiere. Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria nato da questa riforma, si propone di affrontare con competenze multidisciplinari le grandi sfide del ventunesimo secolo legate alla sostenibilità dei sistemi
produttivi agricoli, forestali e ittici, alla produzione di alimenti che soddisfino le esigenze nutrizionali di una popolazione mondiale in crescita, all’utilizzazione di biomasse e scarti per la produzione di materiali e di energia. Il nuovo Crea ha la possibilità di mettere in campo competenze che spaziano dalla genetica e genomica, alla salute delle piante, allo studio dei mezzi agronomici e meccanici della produzione, alla gestione della fertilità e della funzionalità dei suoli, alla selvicoltura, all’ecologia degli ambienti naturali e coltivati agli allevamenti di animali e pesci, ai processi dell’industria agroalimentare, alle proprietà alimenti e al loro consumo ottimale per mantenere una buona salute e ridurre gli sprechi. Le ricerche sui sistemi di produzione e di consumo sono, inoltre, affiancate da analisi dei fattori sociali ed economici a favore dello sviluppo rurale e dell’attuazione efficace delle politiche comunitarie. Operano nel Crea 1600 persone di ruolo, di cui circa 600 ricercatori e tecnologi e più che altrettanti tecnici, oltre ad un consistente numero di giovani ricercatori a tempo determinato reclutati con assegni o borse di studio- ricerca. Il Consiglio è dotato, inoltre di numerose aziende e terreni sperimentali in tutte le principali filiere per poter condurre adeguate sperimentazioni “in campo” nonché adeguate simulazioni e prove allo scopo di validare i risultati della ricerca e delle innovazioni proposte. La riorganizzazione operata ha comunque mantenuto un’ampia distribuzione sul territorio nazionale, assicurando la presenza del rea in tutte le regioni italiane per rispondere alle esigenze dei territori. In Liguria opera il Centro di ricerca orticoltura e florovivaismo che nasce dalla fusione dei centri floricoli (Sanremo e Pescia) e dei centri di Orticoltura (Monsampolo del Tronto e Pontecagnano). Nella mission del Centro of sono concentrate tutte le aree di afferenza e le tematiche che possono essere affrontate, ovvero: “Svolge ricerche con approcci integrati e multidisciplinari per il miglioramento genetico, la valorizzazione della biodiversità, l’innovazione agronomica e la difesa ecocompatibile di specie coltivate in pieno campo e sotto serra, orticole, da biomassa, aromatiche, floricole-ornamentali e per l’arredo urbano, e delle produzioni vivaistiche“. A seguito dell’accorpamento, il Crea of raggiunge una massa critica di 30 ricercatori di ruolo con competenze complementari che con il seguito di numerosi giovani (ricercatori a tempo determinato, dottorandi, borsisti e assegnisti) possono operare in maniera sinergica sulle 4 sedi (dotate di altrettante aziende sperimentali) ampliando cosi la proposta di ricerca e il supporto alle realtà produttive territoriali.

L’incontro di oggi ha poi focalizzato l’attenzione su i seguenti progetti:

Progetto Anthea (Comunità europea cooperazione territoriale; Interreg Alcotra 2014-2020; Italia-Francia), di cui capofila è il Crea of e ha per partners: Chambre d’agricolture des Alpes Maritimes (Nice); Eplefa pole de format (Antibes);Université Savoie Mont Blanc-Locie (Chambery); Irf (Sanremo); Comune di Cosio D’Arroscia; Cersaa (Albenga); Università di Albenga; Università di Genova; Università di Torino. La crisi che comparto della floricoltura ha avuto negli ultimi anni ha indotto un ri-orientamento di molto piccole e medie aziende agricole su specie adatte a mercati alternativi pur mantenendo la stessa tipologia produttiva. Questo processo ha recentemente coinvolto con successo le piante aromatiche e sta iniziando a coinvolgere quelle specie commestibili che si posizionano sul mercato alimentare sia della tradizione sia della cucina di innovazione. I fiori eduli oltre all’intrinseco valore decorativo possono avere importanti caratteristiche alimurgiche e nutrizionali che necessitano di essere ben definite e adeguatamente valorizzate. Il comparto nato con approccio artigianale, beneficerà dell’applicazione di innovazione nei metodi di analisi e di produzione della valutazione della sicurezza d’uso, delle strategie di conservazione e distribuzione che la ricerca mettere a disposizione, per evolvere verso una dimensione più rilevante. Inoltre, al fine di rafforzare la filiera emergente verranno applicate le innovazioni tecnologiche e di comunicazione che garantiscono fluidità, fruibilità, immediatezza, visibilità nel rapporto tra produttore e consumatore e che quindi sono indispensabili per affermare la presenza sul mercato globale. La filiera dei fiore edule porta con se il valore aggiunto di essere una attività produttiva che nasce legata alla biologica e sostenibile ed è quindi un’attività economica che non incide sui costi ambientali. Sarà possibile comunque, durante lo svolgimento del progetto effettuare una opportuna analisi per determinare un ottimale bilanciamento ambientale/economico sulla sostenibilità generale della filiera. Proprio sugli elementi appena evidenziati è centrato il progetto presentato, che grazie allo strumento Alcotra ha la possibilità di essere portato avanti in questa macroregione in cui la linea di frontiera è trascurabile mentre emerge una potente connotazione territoriale legata alle colture floricole, base particolarmente utile anche per la creazione di una rete che comprenda centri di sperimentazione e ricerca, di formazione, di divulgazione che, unitamente ai produttori e ai ristoratori permetterà l’incontro tra una offerta di qualità e una domanda aggiornata e competente.

Progetto Flore 3.0 (Comunità europea, cooperazione territoriale; Interreg marittimo 2014-20202 – Italia Francia), di cui capofila è la Regione Liguria e ha per partners: Crea Of, Irf, Cersaa, Università di Sassari; Sica-marché aux fleurs d’Hyères; Hyere Hortipole; Syndicat du Centre Regional d ‘Applcation et de Démonstration Horticole. L’area di cooperazione per la filiera del florovivaismo è molto significativa in Itala e in Francia ed è piuttosto omogenea. In questo comparto, al quasi monopolio, le aree progetto sono passate a una concorrenza con circa 100 paesi produttori a livello mondiale in una forbice sempre più stretta tra paesi del Nord Europa ad altissima tecnologia e capacità di gestire oltre il 50% del mercato globale e sud del mondo che produce con costi di produzione irrisorie. Le imprese sono generalmente ubicate in un territorio valido dal punto di vista climatico ma spesso non da quello orografico, mediamente di micro e piccole dimensioni, caratterizzate da costi di produzione elevati. Una ridotta attitudine ad aggregarsi ma una elevata capacita professionale e specificità produttive di elevato valore, riconosciute a livello internazionale. La sfida è quella di creare le condizioni perché reggano la concorrenza e mantengano o meglio rafforzino le loro quote di mercato soprattutto all’estero. L’obiettivo perseguito è quello di elevare la capacità imprenditoriale irrobustendo la rete dei servizi creandone di nuovi dove serve, facilitando l’accesso alle innovazioni ai singoli produttori dell’area transfrontaliera. La risposta individuale per le Mpmi, è inefficace. Occorre puntare a quella di filiere organizzate e di rete. Si tratta di mettere a punto per l’area transfrontaliera una strategia che proietti all’esterno la capacità competitiva delle imprese, tramite un approccio partecipativo e che consenta la salvaguardia delle specificità in un’ottica di sistema. Si capitalizzano anche multati di precedenti progetti per migliorate scambi di competenze all’interno della zona di cooperazione in modo che la capacita di adattamento alle necessità dei mercati rapida e flessibile e un maggior tasso di imprenditorialità riescano a compensare le evidenti diseconomie di scala nei confronti dei nostri maggiori competitori.

Progetto “Frutta e verdure nelle scuole” (Ma-Fvns) per l’anno scolastico 2016-17 di cui capofila è Crea, è un programma europeo introdotto dal regolamento (Ce) n.1234 del Consiglio del 22 ottobre 2007 e dal regolamento (Ce) n. 288 della Commissione del 7 aprile 2009, è finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini compresi tra i 6 e gli 11 anni di età e ad attuarre iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata. Nell’ambito del programma il Mipaaf ha affidato al Crea, a partire dall’anno scolastico 2014-25, l’attuazione delle Misure di accompagnamento (Ma), finalizzare ad elevare l’efficacia delle specifiche azioni previste dal Programma comunitario mediante una serie di correlate azioni di informazione e di sensibilizzazione volte a: 1) una conoscenza corretta e diretta del prodotto anche tramite esperienza sensoriale; 2) una conoscenza non solo del prodotto ma della sua origine, caratteristiche qualitative e nutrizionali e tipicità (prodotti locali e biodiversità); 3) una conoscenza della coltura e della stagionalità (dalla pianta al frutto, attraverso il suolo e l’importanza delle pratiche colturali ai fini della qualità nutrizionale sanitaria); 4) incentivare il contatto con l’ambiente agricolo, la conoscenza dell’ecosistema di campo, l’ecosostenibilità e la riduzione degli sprechi. Per l’attuazione del Ma il Crea ha attivato una rete territoriale costituita da 23 proprie strutture dislocate sull’intero territorio nazionale, proponendo una serie di attività specifiche inclusive di attività di formazione di insegnanti nelle due azioni principali: “La scuola in campo” e le “Olimpiadi della frutta”. Le attività svolte presso la sede di Sanremo prevedono un percorso per bambini comprendenti una gallery didattica di poster sugli argomenti del programma la “Tavola della biodiversità”, un’attività riguardante il compostaggio, la degustazione della frutta e della verdura, attività di invasatura di piantine, la costituzione di un erbario di piante aromatiche e ortaggi, la visita all’orto didattico. In quest’ultimo sono presenti ‘angolo dei frutti selvatici, le pareti verdi con piante da orto, aromatiche e fragole, fiori commestibili e molti tipi di ortaggio.

Progetto I-Plants “Studenti in cammino nel verde 2.0″ di cui capofila è Crea of e partner sono l’Università degli studi di Verona – Dipartimento di informatica Istituto Comprensivo Italo Calvino Sanremo Centro – Levante. Il progetto si propone di far riscoprire agli alunni delle scuole primarie e secondarie di Sanremo la bellezza dei parchi cittadini e, attraverso questi, i concetti di biodiversità e utilità delle specie vegetale, e radici storico-economiche locali, e il valore etico delle colture del mondo. Questo obiettivo generale verrà raggiunto attraverso i seguenti obiettivi specifici: 1) realizzazione di un’App per smartphone e tablet in grado di interagire con gli alberi e arbusti dei parchi cittadini e di arricchirli di immagini, voci e testi creati dagli alunni stessi; 2) attività extrascolastiche nei parchi per la ricerca e condivisione delle informazioni sugli esemplari vegetali; 3) organizzazione fuori dall’orario scolastico di incontri di formazione in classe e presso il Crea of. II progetto rientra negli obiettivi della fondazione che per questo bando specifico “Studenti in cammino” si propone di sostenere iniziative volte a; promuovere attività extra scolastiche per l’acquisizione di nozioni e/o competenze complementari o ulteriore rispetto a quelle previste nei percorsi scolastici standard; concorrere ad una maggiore inclusione di minori provenienti da situazioni familiari che presentino un qualche aspetto di criticità; contribuire alla progressiva formazione dei giovani ad una consapevolezza etica e sociale. Il progetto avrà la durata di 12 mesi e si comporrà di due unità di lavoro.