Il Comitato SalvaTaggiasca presenta il Dop “Oliva Liguria del Ponente”





Rossi: “Vogliamo un progetto di Dop che parta dal basso e che sia condiviso in tutti gli aspetti”
Imperia. Si chiamerà “Oliva Liguria del Ponente” il progetto di denominazione di origine che il Comitato SalvaTaggiasca ha presentato oggi. La Denominazione di Origine Protetta “Oliva Liguria di Ponente” è ottenuta per un 100% dai frutti della varietà “Taggiasca”. Si tollera una presenza di eventuali altre cultivar, coltivate negli oliveti delle aree di produzione di cui all’art. 3, nella misura del 3% se presente nel prodotto finito”
C’è dunque una bozza del Comitato SalvaTaggiasca del disciplinare di produzione per l’Oliva Liguria di Ponente. “Vogliamo lavorare per un progetto che parta davvero dalle esigenze del territorio e possa avere un iter veloce e snello in Italia e a Bruxelles”, sottolinea il presidente Simone Rossi.
“Non sappiamo solo dire di no, come invece ci dipingono – sostiene il presidente del Comitato SalvaTaggiasca Simone Rossi – vogliamo un progetto di Dop che parta dal basso e che sia condiviso in tutti gli aspetti. Non siamo contrari a una Dop, ma vorremmo che il progetto non presenti punti oscuri o debolezze tali da pregiudicare l’iter di approvazione”.
La bozza di disciplinare presentata è un work in progress. Una cosa è certa punta sicuramente alla varietà e al territorio secondo i principi ispiratori delle denominazioni di origine. E uno dei punti forti del nuovo disciplinare, grazie alla collaborazione col CNR di Perugia, è l’inserimento del metodo del DNA quale sistema di controllo adottabile dall’organismo di controllo. Non solo una tracciabilità cartacea, sempre eludibile, ma un sistema analitico a tutela dei produttori e dei consumatori.
Certo, il nome utilizzato non è così famoso. Come legarlo allora al più rinomato Taggiasca? Secondo la bozza di disciplinare “sarà consentita l’indicazione della “Cultivar Taggiasca” e le altre informazioni previste dalla normativa in vigore.”