I nostri coniglietti possono vivere all’esterno?

11 maggio 2017 | 09:18
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I nostri coniglietti possono vivere all’esterno?

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Cominciamo ad abituarli dalla primavera, ma con le dovute precauzioni. Facciamo subito una piccola premessa: i conigli sono animali sociali. Questo significa che non solo apprezzano la compagnia di altri esseri viventi, ma hanno la necessitàdi avere qualcuno con cui interagire per poter mantenere un buon livello di benessere psicofisico. Per questo motivo, se un coniglio potesse scegliere tra vivere da solo in un habitat idoneo come un giardino e adattarsi a vivere in appartamento, ma integrato nella vita quotidiana di una famiglia, sceglierebbe probabilmente la seconda opzione.

Dobbiamo quindi chiederci non solo se un coniglio può vivere all’esterno, ma sopratutto come vivràquel coniglio. Sono due i grossi rischi a cui va incontro un coniglio che vive stabilmente all’esterno (in un giardino, un cortile, un balcone o una terrazza): quello di soffrire la solitudine e di non ricevere le giuste attenzioni per tempo qualora si ammalasse. Soprattutto nella stagione invernale, infatti, quando siamo portati a uscire di casa meno di frequente, perché aprire e chiudere continuamente le porte fa disperdere il calore, quando ci si accorge che qualcosa non va nel proprio coniglio è spesso troppo tardi per intervenire. Questo non significa che non si possa lasciare la libertà al coniglio di spaziare anche all’esterno, qualora ci sia un’area a disposizione, ma è bene prendere alcune precauzioni.

Vediamo allora quali sono le regole da rispettare affinché l’esperienza all’aperto sia piacevole e positiva sia per il coniglio che per noi.

Uscire in sicurezza. Che si tratti di un giardino, di un cortile, un balcone o un terrazzo dobbiamo assicurarci che lo spazio fisico in cui il coniglio si muoverà non presenti alcuna sorta di pericolo. Non dovrà essere un’area trafficata (come un cortile in cui si parcheggiano automobili, per esempio), dovrà essere recintata in modo da evitare evasioni del coniglio sulla strada, nei campi o dai vicini di casa, ma anche per evitare che possa cadere di sotto (se si tratta di un balcone o una terrazza).

Eliminare le piante ornamentali.  Un coniglio selvatico è già istintivamente abituato a selezionare ciò che potenzialmente minaccia la sua incolumità. Un coniglio ‘da compagnia’, o che si alterna tra interno ed esterno, e che non ha la preoccupazione di procurarsi il cibo perché glielo offriamo noi, può non riconoscere piante potenzialmente pericolose. Vanno quindi tolte dalla sua portata tutte le piante d’appartamento, o ornamentali, che adornano balconi e terrazzi, possibilmente evitando piante e arbusti pericolosi come il classico oleandro, ma anche alcune siepi letali come la photinia.

Fornire adeguati ripari dagli agenti atmosferici. I conigli soffrono molto di più il caldo del freddo: la folta pelliccia gli permette, infatti, di resistere anche a temperature al di sotto dei 10 gradi, ma poiché non sudano, sono molto esposti a pericolosi colpi di calore. Traggono beneficio dalla luce diretta del sole, dato che non sintetizzano spontaneamente la vitamina D, ma solo quando le temperature non sono eccessive cioè quando non superano i 24/25 gradi. Pertanto, occorre offrire ai nostri lapini ripari ombreggiati in estate, in modo che possano abbassare, al bisogno, la loro temperatura corporea. Allo stesso modo, se il coniglio trascorre fuori tutto l’inverno è bene fornirgli rifugi idonei a proteggerlo dal gelo, dalla pioggia e dal vento. I migliori materiali isolanti sono il legno e il cartone. In inverno, l’aggiunta di paglia nel giaciglio aiuta a mantenerlo riscaldato.

Controllare e rinnovare spesso fieno, verdure e acqua. Il coniglio deve avere l’intestino in costante movimento e, se i vegetali freschi possono essere offerti anche una sola volta nella giornata, il fieno deve essere sempre a sua disposizione, così come l’acqua fresca e pulita. È quindi necessario controllare spesso le eventuali carenze e, a seconda della stagione, rabboccare più o meno frequentemente il fieno, sostituire le verdure appassite o marcescenti e rinnovare l’acqua. Queste pratiche, se eseguite più volte nella giornata, ci consentiranno anche di aver un controllo costante sullo stato di salute del nostro coniglio.

Bando alla solitudine. Come già detto, i conigli sono animali sociali che soffrono di solitudine se abbandonati a se stessi. Se il coniglio vive all’esterno tutto l’anno, è doveroso affiancargli un suo simile, di sesso opposto, e provvedere all’inserimento. Entrambi i soggetti devono essere sterilizzati.

Cominciare dalla primavera. I conigli fanno due grandi mute durante l’anno: una in primavera per sfoltire la pelliccia e prepararsi al caldo estivo e una in autunno per rinfoltirla e poter superare l’inverno. Purtroppo, con i cambiamenti climatici in atto non ci sono più limiti netti che distinguono le stagioni e il coniglio rischia di essere in muta un po’ durante tutto l’anno. Se si vuole proprio farlo vivere all’esterno, meglio abituarlo per la prima volta dalla primavera (purché il coniglio abbia almeno 6 mesi), per lasciargli il tempo di sfoltire e rinfoltire la pelliccia in modo corretto.

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