Giancarlo Pezzoni, l’uomo che sussurra ai bonsai

12 maggio 2017 | 08:42
Share0
Giancarlo Pezzoni, l’uomo che sussurra ai bonsai

E’ lui il Signore dell’antica tecnica orientale, ma guai a dirgli che le sue piante soffrono

Sanremo. Le piante parlano, comunicano. Lo fanno in modo evidente, basta fermarsi a guardarle ed ascoltarle. E Giancarlo Pezzoni alle piante che nelle sue mani diventano bonsai ‘sussurra’, in un rispettoso rapporto dialogante che all’essere umano trasmette un’impareggiabile tranquillità interiore, che è poi l’obiettivo spirituale della filosofia zen per raggiungere l’armonia uomo-natura. Guai perciò a pensare che la pianta manipolata a bonsai (‘albero in vaso’) soffra. Secondo lui nulla è più sbagliato di questa concezione neofita. “Non c’è sofferenza perché le piante non sono ‘dominate’, anzi, vorrei che tutte le persone e gli animali fossero trattati come i bonsai. D’altra parte le viti, i kiwi o i meli non sono coltivati a filari?”

Giancarlo Pezzoni è da sempre il presidente di Drynemetum, l ‘Associazione Culturale Bonsai no profit che in celtico significa ‘Boschetto sacro di quercia’, nome ispirato proprio da quelle che furono le tradizioni celtiche nella nostra zona. Racchiudendo soci, una quindicina i più attivi, da Ventimiglia ad Alassio, Drynemetum è stata fondata nel ’99 ed è l’unica realtà associativa del genere in tutta la provincia ed oltre. Le prime mostre dell’associazione, a partire dal 2001 e per tre anni, si svolsero ad Arma di Taggia per poi spostarsi ad Imperia per i successivi sette anni passando poi a targare il Congresso nazionale al Palafiori di Sanremo nel 2011, a diverse esposizioni in vari comuni della provincia fino ad arrivare all’organizzazione dei Festival del Bonsani al Parco delle Farfalle di Andora (quest’anno il 23 e 24 settembre). Dal Giappone al Belgio, dalla Francia alla Germania agli Stati Uniti, si parla sempre di diverse centinaia di persone da tutto il mondo che ogni volta arrivano per le manifestazioni targate Drynemetum che si fregia d’aver anche collaborato con la facoltà di Agraria dell’Università di Torino nella sistemazione del giardino giapponese di Villa Ormond a Sanremo.

In Giancarlo l’amore per il verde nasce praticamente con lui tanto che avrebbe voluto frequentare l’agraria. Ad avvicinarlo a questo mondo, una trentina d’anni fa, un bonsai regalatogli dalla moglie per Natale. La sua effettiva iniziazione fu con l’ulivo, pianta ancor oggi da lui più amata. Attualmente sotto la sua cura una quarantina di bonsai e svariati pre-bonsai (piante che hanno iniziato il cammino) e centinaia di particolari piante da fiore. La sua è una continua ricerca di nuove essenze perché ognuna è diversa, unica nelle caratteristiche che sono poi anche quelle che ne determinano il valore economico. “Armato di particolari attrezzi,le mie ore le trascorro potando, concimando, piantando (talee o semi) o modellando con i famosi fili: quello di rame, rigido e difficile da gestire ma molto resistente e pertanto utilizzato sopratutto per le conifere (sempreverdi come ginepri in primis a poi pini, abeti, larici) e l’alluminio ramato più adatto per le caducifoglie (che d’inverno perdono le foglie come faggi, meli, peri, olmi, ulivi)”. Il movimento dettato dal filo è pensato ed ottenibile in base al proprio estro e gusto estetico che comunque deve tenere sempre in primo conto la naturalezza della forma e ovviamente il rispetto della regola base della triangolarità. Un estro che gli italiani conoscono bene tanto da essere, a livello mondiale, quelli che maggiormente e positivamente hanno sconvolto i categorici dettami giapponesi, quelli tradizionalmente impiegati ovunque e partiti proprio dal Giappone, in cui nel XI secolo alcuni monaci buddisti importarono quest’antica arte nata in Cina almeno mille anni prima di Cristo e che oggi rappresenta una autentica simbologia nipponica: in Giappone esistono piante tramandate da generazioni,  con un pedigree di centinaia di anni. In Italia, invece, quest’attività ha non più di una cinquantina d’anni.

La cura che Giancarlo Pezzoni dedica ai bonsai è costante, quotidiana, amorevole, un vero divertimento. Con  le sue piante il rapporto è viscerale. E’ lui il Signore dei bonsai.