Franco Paganelli per mezzo secolo presidente della Bocciofila di Roverino

3 maggio 2017 | 17:40
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Franco Paganelli per mezzo secolo presidente della Bocciofila di Roverino

La sua vita “social”? Niente cellulari o email, solo contatti reali con le persone vere

Ventimiglia. Le bocce più che nella testa le ha nel cuore da quando era bambino. Aveva appena sette anni quando si è trasferito a Ventimiglia con il papà toscanaccio e la mamma calabrese. Idee chiare in testa e grande determinazione nelle scelte. Di anni, ora, Franco Paganelli ne ha 70. O meglio spegnerà quelle settanta candeline venerdì prossimo. Un traguardo ancora più importante se si pensa che da quasi mezzo secolo, per la precisione 44 anni, regge le sorti della bocciofila di Roverino, diventata un’istituzione sociale e per meriti sportivi. Delle bocce, come detto, si è innamorato da bambino. “Mai e poi mai avrei pensato che questa sarebbe diventata la mia seconda casa – sorride Franco Paganelli nel raccontare la sua storia di presidente storico – Ho due figli, tre nipoti, sono vedovo. Ma la mia famiglia è qui, tra i campi della bocciofila. Chi mi cerca ha due modi: venire qui in sede o mandarmi un telegramma. Niente cellulari, niente Facebook, niente email”. La sua vita “social”, insomma, è restare a contatto con la gente del quartiere”.

Bocce e petanque hanno “costruito” da queste parti grandi campioni come Pasquale Degola, vicecampione del mondo o Riccardo Capaccioni che ha vinto il tricolore nelle due diverse discipline. Ma in vetrina ci sono 300 coppe, 9 titoli nazionali, 7 regionali. “Abbiamo vinto tutto – dice con tanto orgoglio al cronista di Riviera24.it E ci sono 50 atleti che si stanno impegnando con entusiasmo in serie B, C e D”.

Sport senza pensieri, pensando al futuro: “Non fate morire la bocciofila di Roverino”. Lo dice come uno slogan che resterà scolpito anche nella storia di questa città. Dal 1992 è anche consigliere comunale. “Dovevo fare l’assessore, ma ho rinunciato – racconta – a me piacciono le piccole cose. Quelle grandi le facciano gli altri”.
Esce fuori da quel gigante buono, e si comprende benissimo, l’educazione di due genitori che devono aver avuto grinta da vendere per rinunciare alla loro terra e trasferirsi in questo lembo di Liguria.
Paganelli uomo delle bocce che ha saputo però realizzare anche un sogno: “Qui ci sono tanti bambini perché c’è un parco giochi dove si divertono. E’ un po’ come un oratorio per persone da 0 a 100 anni. Tutto bello, tutto vero, tutto reale”.

Si avvicinano le elezioni. Chissà se Paganelli verrà riconfermato. “Sono presidente dal 1973 e presto ci saranno le votazioni – dice – Mi piacerebbe vedere nel direttivo i giovani e anche un po’ di quote rosa. Donne vicepresidenti ne ho avuta una. E vi assicuro che mi dava filo da torcere”. Un uomo tutto d’un pezzo, schietto, con parole che solo a sentirle ti convince. Franco Paganelli appassionato delle bocce e innamorato della vita. Ferroviere in pensione e ora padre di una grande famiglia. “Porte aperte alla bocciofila”, dice “rubando” le parole ad un famoso spot di una casa automobilistica. A proposito, Paganelli gira per Ventimiglia in motorino. “Ne cambio uno all’anno, ma guido con prudenza”. Auguri presidente.