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Due ragazzi davanti al gup per il caso di Martina Rossi, disposte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche

24 maggio 2017 | 11:42
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Due ragazzi davanti al gup per il caso di Martina Rossi, disposte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche
Due ragazzi davanti al gup per il caso di Martina Rossi, disposte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche
Due ragazzi davanti al gup per il caso di Martina Rossi, disposte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche
Due ragazzi davanti al gup per il caso di Martina Rossi, disposte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche

Due ragazzi sono accusati di omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale della studentessa con i genitori che abitano a Imperia

Imperia.I genitori di Martina Rossi che abitano a Imperia sono partiti alla volta di Arezzo per l’udienza lampo che si è tenuta stamane davanti al gup Piergiorgio Ponticelli. Imputati sono due ragazzi aretini, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, accusati di omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale.

Il caso è quello della studentessa genovese che aveva perso la vita il 3 agosto del 2011, dopo essere precipitata da un balcone dell’hotel Santa Ana a Palma di Maiorca. “Io e mia moglie – dice Bruno Rossi – abbiamo sempre sostenuto che non poteva essere stato un incidente. Avremo la giustizia che Martina merita. Lei è sempre sulle mie spalle, come quando era piccola”.

L’udienza, durata meno di mezz’ora, è stata poi aggiornato al prossimo 30 maggio. Quel giorno il giudice affiderà l’incarico ad un perito che avrà il compito di trascrivere le intercettazioni telefoniche, eseguite sui numeri dei due ragazzi aretini coinvolti nella vicenda. Le trascrizioni saranno poi utilizzate, in caso di rinvio a giudizio dei due, come prove irripetibili. A difendere i due ragazzi sono Tiberio Baroni e Stefano Buricchi. I genitori della ragazza, invece, sono assistiti dall’avvocato Luca Fanfani.

Martina, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, era in vacanza con alcune amiche dove conobbe quattro ragazzi di Arezzo. Alloggiavano nello stesso albergo così, quando le due amiche le fecero capire di voler rimanere sole con due dei ragazzi appena conosciuti, Martina decise di raggiungere gli altri due aretini nella loro camera. Ma dopo pochi minuti che si trovava lì, la giovane volò di sotto dal sesto piano. Una fine atroce, la cui verità oggi potrebbe essere più vicina. Secondo la versione dei due ragazzi, come quella della polizia spagnola, Martina sarebbe stata sotto gli effetti della droga al momento della caduta. La polizia spagnola aveva liquidato in fretta e furia la morte della ragazza di 20 anni come un episodio di “balconing“, un gioco nato proprio negli alberghi di Palma di Maiorca, che consisteva nel saltare da un balcone all’altro (o addirittura tuffarsi in piscina dalla propria finestra) filmati dagli amici, spesso sotto l’effetto di alcol e droghe.

Una storia che tuttavia non ha convinto gli inquirenti italiani nè tantomeno i genitori della ragazza anche in seguito ad alcune perizie effettuate successivamente. In particolare, per chiarire la caduta di Martina, era stato anche riesumato il cadavere. La perizia medico legale aveva fatto emergere ferite non compatibili con quel volo.