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Biffi: “Penso all’Ospedaletti 24h al giorno. Le mie scelte non sempre comprese, ma io penso al bene della squadra”

27 maggio 2017 | 09:45
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Biffi: “Penso all’Ospedaletti 24h al giorno. Le mie scelte non sempre comprese, ma io penso al bene della squadra”

Alla vigilia della finalissima, mister Biffi spiega la scelta di tenere fuori Prunecchi mercoledì e analizza la sfida di domani contro il Cadimare

Ultimo capitolo dei playoff, finale secca in campo neutro domenica sera alle 20:30 al San Carlo di Genova Voltri.  L’Ospedaletti affronterà il Cadimare (SP),  mister Biffi, alla vigilia appare molto sereno e con le idee chiare.

Cosa ne pensa della scelta di giocare in serale anziché al pomeriggio?
I miei dirigenti mi avevano paventato questa eventualità di giocare in serale e non mi sono opposto. Per motivi logistici magari ci scompensa un po’ giocare di sera però almeno sarà più fresco il clima. Forse, potessi cambiare scelta, sceglierei di giocare nel pomeriggio.

Il Cadimare, nel girone D, ha fatto 10 punti meno di voi, pensa che il livello del vostro girone sia più alto?
Chi ha visto la partita di mercoledì con Cogoleto già ha notato che nonostante partita tosta non è stata una vera battaglia come contro la Dianese&Golfo. Il nostro girone forse aveva una marcia in più come modo di giocare. Da noi non c’è solo piano tecnico ma anche agonistico. Domenica ci confronteremo volentieri con una squadra che se è arrivata fin qui tecnica e carattere ne ha. Vincere ci toglierebbe l’ipotesi ripescaggio che sarebbe un fastidio in meno. Quel che è certo è che quando due squadre arrivano in finale ci arrivano entrambe per merito, sarebbe illogico pensare di aspettarsi un passeggiata.

Tenere fuori Prunecchi mercoledì (è entrato gli ultimi 5 minuti, ndr) è stata una scelta tattica?

Assolutamente sì, non si potrebbe certo parlare di turnover in partite tanto importanti. Ho la fortuna di poter giocare in modi diversi e fare scelte mirate in base alla partita e all’avversario. Vado molto a istinto e mi fido delle sensazioni che ho. Potendo farei giocare sempre tutti, non faccio prigionieri, faccio scelte per il bene della squadra, della società e dei ragazzi.  A volte le scelte degli allenatori fanno discutere, possono non essere comprese, ma fa parte del calcio. Quando i ragazzi ci restano male è perché ci tengono e questo è per me è importante. Se lascio fuori qualcuno non è per la persona ma per una scelta di gioco, e a volte i ragazzi questo faticano a comprenderlo. Anche uno dei più esperti può essere escluso per scelte tecniche, accade in tutte le squadre, sono solo 11 i giocatori che posso schierare. Tutto ciò che faccio è volto a raggiungere gli obiettivi con il contributo di tutti. La Società mi appoggia e avvalla il mio pensiero, io sono sempre onesto e corretto con tutti. Non sono uno sciagurato, mi confronto anche con lo staff. Io vado a dormire e penso all’Ospedaletti, mi sveglio e penso all’Ospedaletti. È il mio pensiero fisso. Altri magari si soffermano solo sul “gioco quindi sono contento” oppure “non gioco quindi sono arrabbiato”. Ma non è solo questo.

Domenica che partita sarà?
Affronteremo una squadra fisicamente importante, conta la velocità ma anche la prestanza. Non possiamo farci trovare impreparati. Io vado a dormire e penso all’Ospedaletti, mi sveglio e penso all’Ospedaletti. È il mio pensiero fisso.