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Voucher, in Italia la corsa stava rallentando ma non in Riviera: nel 2016 l’uso era aumentato del +28%, nel 2015 del +161%

10 aprile 2017 | 09:52
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Voucher, in Italia la corsa stava rallentando ma non in Riviera: nel 2016 l’uso era aumentato del +28%, nel 2015 del +161%

È quanto emerge dal monitoraggio realizzato dal quotidiano Il Sole 24 Ore in collaborazione con il centro studi Datalavoro sull’archivio Inps

Imperia. Con il decreto legge 25/2017, lo scorso marzo il Governo ha deliberato l’abolizione dei voucher: i buoni lavoro da 10 euro lordi (7,5 euro netti) utilizzati per il pagamento delle prestazioni accessorie che avevano conosciuto un gigantesco boom, tanto da finire nel mirino. In realtà la corsa ai voucher si stava già lentamente arrestando nel 2016. È quanto emerge dal monitoraggio realizzato dal quotidiano Il Sole 24 Ore in collaborazione con il centro studi Datalavoro sull’archivio Inps, secondo il quale “lo scorso anno la crescita dei tagliandi venduti (+16%) è stata la più bassa da quando è in vigore lo strumento (2008), un quarto rispetto all’incremento registrato nel 2015”.

Il giro di vite sui voucher imposto dal Jobs act, dunque, stava avendo risultati. Così in parte, almeno in Riviera. Rapportando il numero di buoni lavoro venduti alla popolazione in età occupazionale, infatti, lo studio attesta che in provincia di Imperia nel 2016 sono stati venduti 369 voucher ogni 100 residenti attivi. Un valore potenziale in linea con il dato medio nazionale (343 voucher ogni 100 residenti), che attesta un rallentamento nell’uso della prestazione accessoria. Un rallentamento comunque relativo, in quanto la diffusione ha continuato a crescere. Tanto è vero che la variazione rispetto al 2015 registra un +28,5%, l’ottava più alta d’Italia, e al 2014 del +161%.

A livello regionale, è Savona la provincia dove nel 2016 è stato venduto il maggior numero di buoni lavoro (diffusione potenziale del 576) con un aumento rispetto al 2015 del 12,7%;  seguono Genova (486 e 14,20%) e La Spezia (379 e 18,30%). A livello nazionale, “il top è stato raggiunto da Bolzano, con oltre mille voucher per 100 residenti (1.040), seguita da Rimini (928) e Udine (841)” – scrive Il Sole 24 Ore – mentre in fondo alla classifica si trovano province, tutte o quasi, al di sotto dei 100 voucher per 100 residenti, con all’ultimo posto Caltanissetta (71 voucher)”. Confrontando il numero di voucher venduti nel 2016 con quelli venduti l’anno precedente provincia per provincia, “per la prima volta troviamo anche dati negativi, con 5 province in cui si sono venduti meno voucher rispetto al 2015, in particolare nell’Ogliastra (-5%). In linea generale, comunque, la diffusione seppur rallentata continua a crescere in quasi tutte le province, soprattutto a Napoli (+51%), Siracusa (+40%) e Trapani (+31%)”.

Quanto all’impiego, “Dei circa 133,8 milioni di ticket venduti nel 2016 il 16% è stato acquistato da aziende del turismo (le sole tra le big a essere aumentate più della media generale, con un +28%), il 15% nel commercio e il 12% nei servizi. Gli incrementi maggiori rispetto all’anno precedente si evidenziano invece nelle manifestazioni sportive e culturali (+38%) e nel giardinaggio e pulizie (+27%)”.