Ventimiglia, 2 anni e 6 mesi per tentato omicidio a sfondo razziale: condannato Francesco Tripodi

6 aprile 2017 | 13:03
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Ventimiglia, 2 anni e 6 mesi per tentato omicidio a sfondo razziale: condannato Francesco Tripodi

“Negro di merda, ti ammazzo”: le parole rivolte ad un giovane nigeriano ospite della Caritas

Ventimiglia. E’ stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione per aver tentato di uccidere un giovane migrante, Francesco Tripodi, 62enne, residente nella città di confine. La sentenza per la vicenda che risale al luglio dello scorso anno è stata pronunciata questa mattina dal giudice per le udienze preliminari Massimiliano Rainieri.

Il pubblico ministero Grazia Pradella aveva chiesto una condanna a 4 anni e 4 mesi. Mentre il difensore dell’uomo, l’avvocato Davide La Monica, aveva chiesto che il reato venisse derubricato da tentato omicidio in quello meno grave di lesioni gravi trattandosi di un episodio che ha avuto come protagonisti due senza fissa dimora e per di più in stato di indigenza. Il perito medico legale del gup, il dottor Gabriele Rocca (lo stesso che si è occupato di diversi delitti come quello di Lumarzo a Genova e del cuoco a Monaco ndr), ha evidenziato come al momento dei fatti il sessantaduenne fosse in grado di intendere e volere e quindi in grado anche di sostenere un processo che è stato celebrato con la formula del rito abbreviato.

Dei due anni e mezzo di reclusione Tripodi ne ha già trascorsi 7. “Pertanto a breve – ha riferito il legale – presenterò un’istanza affinché gli venga concessa una misura meno afflittiva rispetto al carcere. Speriamo negli arresti domiciliari visto che abbiamo già individuato una struttura che sarebbe disposta ad accogliere il mio assistito”. Tripodi che questa mattina era arrivato in tuta da ginnastica scortato da tre agenti della penitenziaria, a fine udienza, è tornato nella casa circondariale di via don Abbo.

La storia. “Negro di merda, ti ammazzo”: queste le parole che Francesco Tripodi aveva rivolto ad un 20enne nigeriano colpevole di avere la pelle di un altro colore e di usare la stessa doccia dell’italiano, anche lui ospite presso la Caritas Intemelia. Era stata proprio la doccia in comune il motivo scatenante la “rabbia” di Tripodi che aveva accusato il nigeriano di aver orinato nella doccia.

Dalle parole, poi, era passato ai fatti: dopo aver spinto lo straniero giù da una bici, il ventimigliese gli avrebbe scagliato contro il viso una bottiglia di birra, ferendolo ad uno zigomo. Il suo comportamento aggressivo nei confronti del giovane nigeriano non era passato inosservato agli occhi del tenente Giovanni De Tommaso e dei suoi uomini, intervenuti immediatamente. Accompagnato in pronto soccorso per le medicazioni del caso, il ventenne era stato subito dimesso con una prognosi di otto giorni.