Vallebona celebra il 25 aprile, il colonnello Lanteri: “La ricorrenza apre gli occhi sui fatti storici”

25 aprile 2017 | 12:04
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Vallebona celebra il 25 aprile, il colonnello Lanteri: “La ricorrenza apre gli occhi sui fatti storici”
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Vallebona celebra il 25 aprile, il colonnello Lanteri: “La ricorrenza apre gli occhi sui fatti storici”
Vallebona celebra il 25 aprile, il colonnello Lanteri: “La ricorrenza apre gli occhi sui fatti storici”

Dopo l’inno nazionale e la deposizione della corona al Monumento della Resistenza sono intervenuti il colonnello Riccardo Lanteri e Maria Pia Viale

Vallebona. Oggi si celebra in tutta Italia la ricorrenza del 72esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo e anche il paese di Vallebona ha celebrato il 25 aprile.

Un gruppo di persone si sono infatti riunite questa mattina in località Ortetto insieme ai partigiani, alle autorità e alla banda musicale per ricordare un pezzo della storia d’Italia.

Dopo l’inno nazionale e la deposizione della corona al Monumento della Resistenza, il Colonnello Riccardo Lanteri, nelle veci del sindaco Roberta Guglielmi, ha ricordato l’importanza di questo giorno: “Per il 72esimo anno si ricorda in Italia il 25 aprile, durante il quale si ricorda la liberazione delle truppe tedesche che è avvenuta grazie ad un tratto avvenuto la sera del 25 aprile. La cosa che pochi sanno è che il 25 aprile le forze armate italiane erano formate da circa 900 mila soldati, tra marinai e militari, erano pochissimi. Molti erano morti e gli altri? Tutto accadde l’8 settembre del ’43 quando vi erano 2 milioni e passa di militari. In pochi giorni, dall’8 al 10 settembre, le truppe tedesche sono riuscite a catturare un milione e sette mila militari, di questi quasi circa 200 mila sono riusciti a fuggire dai treni e dai luoghi di deportazioni grazie forse all’aiuto di qualche militare tedesco, mentre gli altri sono stati deportati in Polonia e nei territori del Terzo Reich. 810 mila italiani sono stati prigionieri di guerra e per prima cosa Hitler gli ha cambiato lo status in ‘internati militari’. Lo ha fatto perché i prigionieri di guerra godono degli articoli della convenzione di Ginevra, mentre gli internati militari potevano essere utilizzati dai militari tedeschi come schiavi. Non esiste un libro di testo che in Italia parla di queste cose, ma nei libri storici si parla di schiavi che sono stati utilizzati nelle fabbriche, nei campi, nelle fattorie e soprattutto nelle truppe antincendio. Verso la fine del ’44 Mussolini ha voluto che gli internati militari italiani non fossero considerati italiani. Lo fece per avere la possibilità di reclutarli nella Repubblica di Savoia. In realtà la Repubblica di Savoia ha avuto un concorso di internati militari minimo, meno del 2%. Questi internati militari dalla fine del ’44 sono stati chiamati lavoratori civili. Da questo momento non potevano più nemmeno godere degli aiuti e della posta della Croce Rossa, visto che portava anche cibo. Questa fu una cosa davvero inaudita”.

“Alla fine della guerra sono tornati in Italia circa 700 mila di questi internati militari, ne sono morti circa 110 mila. Io credo che il 25 aprile voglia fare aprire gli occhi anche su questo aspetto. Abbiamo avuto molte perdite proprio per questo motivo qua, è stato uno dei tanti fatti che provoca la guerra. Basta con la guerra, speriamo non ce ne siano più. Viva le forze armate”- conclude il colonello Lanteri.

La cerimonia si è conclusa con un excursus sulla storia di Vallebona durante la guerra, con l’intervento di Maria Pia Viale sulla resistenza e sull’evoluzione del canto popolare antifascista italiano “Bella ciao” basandosi sul libro di Carlo Pestelli ed infine con l’esibizione della banda musicale.