La Francia continua ad alzare muri verso gli stranieri: sui cantieri edili sarà obbligatorio conoscere il francese

Ventimiglia. La politica e i lavoratori imperiesi iniziano a prendere posizione in merito alla decisione presa lo scorso 7 aprile dal parlamentino delle Alpes-Maritimes, dove la maggioranza gollista de Les Républicains ha votato per l’introduzione della cosiddetta clause Molière. La clause Molière impone l’utilizzo della lingua francese presso i cantieri pubblici. Se non si conosce la lingua è possibile farsi aiutare da un interprete che però viene pagato dalla ditta i cui lavoratori non conoscono il francese. In caso contrario, niente lavoro.

Ovviamente il documento è stato sostenuto dai partiti conservatori che vedono questa clausola come una misura di difesa delle imprese locali ma per i numerosi lavoratori italiani che ogni mattina varcano la frontiera è un bel guaio. Il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano su Facebook scrive: “La “clause Moliere” creerà danni alle nostre imprese. Sia un monito per chi difende provvedimenti di stampo nazionalista.”

Dello stesso avviso anche i sindacati. Per il segretario provinciale della Camera del Lavoro Fulvio Fellegara, si tratta di “Una decisione che limita il lavoro. Esprimo molta preoccupazione per i lavoratori frontalieri ai quali ricordo che la Cgil ha a Ventimiglia uno sportello dedicato a chi lavora oltreconfine pronto a dare ogni tipo di informazione. Comunque – conclude Fellegara – valuteremo il da farsi su questa vicenda.”

Se non era bastato il muro invisibile che la Francia ha alzato ai confini d’Italia per “proteggersi” dai migranti, ora la grandeur francese se la prende con i lavoratori stranieri, in particolare italiani assai richiesti per la loro bravura soprattutto in ambito edilizio.