La fortuna al Casinò di Sanremo? Devi propiziarti “er Padre de li Santi”

27 aprile 2017 | 09:10
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La fortuna al Casinò di Sanremo? Devi propiziarti “er Padre de li Santi”

Oltre al piedino della Cica Cica c’è un altro rito, sconosciuto a molti, per ingraziarsi la Dea Bendata

Sanremo. Ogni giocatore d’azzardo che si rispetti ha il proprio rito propiziatorio per convincere la dea bendata a sedersi vicino a lui. Il rito può iniziare prima ancora di entrare in un Casinò: per alcuni è bene lasciare aperte le luci in casa, evitare di incrociare il cammino con una monaca ma sopratutto, se possibile, non entrare al Casinò dalla porta principale. In ogni caso, se mentre vi avviate un volatile vi scarica un ricordino sul vestito non prendetevela, anzi affrettate il passo: la fortuna è lì con voi.

Ma è davanti ai tavoli verdi o alle macchinette che prendono vita i riti più bizzarri. Chi si affida a un gesto ripetuto all’infinito, chi scalda i gettoni prima di inserirli nella slot, chi insulta la pallina della roulette e chi soffia sui dadi per scacciare la sfortuna. Guai a prestare denaro a un altro giocatore o a contare i soldi che si stanno vincendo, tutte cose che attirano la sfortuna.

Ma al Casinò di Sanremo c’è un rito esclusivo, dai segni inequivocabili: la “strofinata” propiziatrice. Già, ma cosa bisogna strofinare? Dipende.

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La tradizione vuole che la fortuna sia in attesa sul piede della Cica Cica, la statua opera di Odoardo Tabacchi (1831- 1905) situata nell’ingresso principale del Casino, dal quale si accede al piano superiore dove sono i tavoli verdi del vero giocatore: le migliaia di mani che hanno accarezzato il vezzoso piedino hanno procurato già tre volte il distacco di alcune dita, ed anche adesso la statua è in via di restauro.

Ma il giocatore delle slot machine, molto più pratico, ha individuato un altra parte del corpo che dispensa fortuna, e che per ovvie ragioni non può trovare nella Cica Cica. Ecco allora che entra in gioco, è il caso di dire, la coppia di sculture in bronzo di Augusto Murer (1922 – 1985) situate nelle sale slot . Basta osservare da vicino Fauno e Orfeo per capire dove i giocatori cercano la loro dose quotidiana di fortuna: il bronzo è perfettamente lucido solo lì, nella parte che Gioacchino Belli chiamava, in un celebre sonetto, “er Padre de li santi”. Una parte lucidissima a riprova del giornaliero e assillante sfregamento da parte dei giocatori.

Quindi, se vi capiterà di tentare la fortuna alle slot del Casinò di Sanremo, approfittatene anche voi: strofinate forte sperando, sopratutto per i poveri Fauno e Orfeo, che non si stacchino anche quelle appendici lì.