La cipolla egiziana di Camporosso citata nella principale rivista agronomica russa come esempio di biodiversità

12 aprile 2017 | 10:08
Share0
La cipolla egiziana di Camporosso citata nella principale rivista agronomica russa come esempio di biodiversità

Si tratta del risultato di oltre 3 anni di ricerca di Marco Damele in collaborazione con Irina Reydes

Camporosso. In questi ultimi giorni la principale rivista agronomica russa “Vegetable crops of Russia” (“Ovoshi Rossii”) ha trattato con ampio resoconto fotografico e cronologico, l’esperienza di recupero e studio della cipolla egiziana coltivata con successo nel nostro ponente ligure. Il progetto di questa riscoperta della biodiversità partito da Camporosso, è il risultato di oltre 3 anni di ricerca da parte di Marco Damele in collaborazione con Irina Reydes, medical doctor, First Moscow State Medical University e conta oramai migliaia di appassionati in tutta Italia.

L`articolo in questione è stato anche depositato nella Central Scientific Agricultural Library (CSAL) di Mosca, aderente al Food and Agriculture Organization оf the United Nations (FAO). “Questo riconoscimento internazionale è un regalo inaspettato, – spiega Marco Damele, – Inizialmente siamo stati noi ad imparare dai russi, a cercare i diari dei botanici e studiosi dei XIX e XX secolo che coltivavano la cipolla egiziana e non potevamo certamente pensare di poter insegnare qualcosa ai ricercatori russi… ora sembra quasi che i ruoli siano capovolti: la nostra attività promozionale sulla biodiversità, il nostro modo di reintrodurre una pianta sconosciuta e abbandonata attraverso la cucina quotidiana, la sinergia creata nella nostra collaborazione con i botanici, medici e chef di vari paesi – sono diventati per la Russia un modello da seguire“.

L’autrice dell’articolo in questione è la ricercatrice Valentina Kokoreva, PhD in Agricultural sciences, famosa per i suoi tre libri dedicati alle cipolle, ha descritto il progetto di ricupero svolto dai giovani agricoltori italiani aderenti a “Regalo e Baratto in Agricoltura” come un’ iniziativa da copiare e moltiplicare sia nelle città russe che all’ estero. “In fin dei conti i reali custodi della biodiversità non sono gli istituti scientifici, ma i contadini e gli hobbisti che coltivano quello che amano e lo regalano alle generazione che verranno dopo di noi… – dice la scrittrice, – può suonare patetico, ma e` anche scientificamente dichiarato: sono proprio i coltivatori amatoriali il patrimonio genetico mondiale. Ed è proprio questo progetto di recupero portato avanti da R&B Agricoltura che riesce a trasmettere la passione e l`amore per una semplice cipolla a migliaia di persone in Italia e in Russia“.