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Economia e Lavoro
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Edilizia in crisi: in provincia di Imperia persi in 5 anni 2 mila posti di lavoro

29 aprile 2017 | 07:19
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Edilizia in crisi: in provincia di Imperia persi in 5 anni 2 mila posti di lavoro
Edilizia in crisi: in provincia di Imperia persi in 5 anni 2 mila posti di lavoro
Edilizia in crisi: in provincia di Imperia persi in 5 anni 2 mila posti di lavoro

Per la Fillea occorre trovare nuove modalità di finanziamento e agire anche sul costo del lavoro per incentivare le assunzioni

Imperia. In 5 anni, nel comparto edile, si sono persi per strada oltre 2 mila posti di lavoro. Un crollo occupazionale spaventoso. “Erano 4 mila cinque anni fa gli impiegati in questo settore, oggi sono 1824 e non tutti sono imperiesi. I dati della Cassa Edile aggiornati a questo mese – dice Said Garjmi, storico segretario provinciale della Fillea/Cgil di Imperia – fanno emergere una fotografia drammatica: il settore soffre da moltissimi anni di una profonda crisi, soprattutto in termini occupazionali, e non si trova una via d’uscita. Anzi l’emorragia dei posti di lavoro non si arresta”.

Secondo la Fillea che segue con attenzione il fenomeno “tutto ciò riconducibile alla crisi economica generale, ma dipende anche da altri fattori più specifici, quali il calo degli investimenti pubblici, della stabilità economica delle famiglie e delle incerte prospettive dei giovani”.

In questo momento rallenta l’edilizia anche per le poche possibilità di accesso al credito delle imprese. “Strette nella morsa sono state costrette a licenziare – dice il segretario – Un’emergenza senza fine. Ci sono aziende storiche che prima impiegavano 40/50 lavoratori oggi sono ridotte a 3-4 persone senza contare che tra i 1824 che oggi sono impiegati non tutti appartengono a imprese imperiesi. Sono aziende che lavorano qui in provincia dopo aver vinto appalti, come quelle impegnate nei cantieri della ferrovia. Una volta terminate le opere lasciano Imperia per trovare un lavoro altrove”.

Come invertire la rotta? “Occorre trovare nuove modalità di finanziamento (pubblico-privato) e agire anche sul costo del lavoro per incentivare le assunzioni. Non è facile – dice Said Garjmi – ma dobbiamo provarci”. Per uscire dal tunnel, insomma, è necessario agire con i fatti, non a parole.