Quel ponte d’amore tra Chernobyl e Imperia che dura da 31 anni
Tanti i bambini che ringraziano le famiglie della Riviera che li hanno aiutati ad uscire dal quel dramma
Imperia. Un buio che sembra non avere fine, per quella che rimane ancora una delle pagine più tristi dell’umanità.
Sono passati trentuno anni dalla drammatica esplosione nucleare di Chernobyl che ha cancellato, la mattina del 26 aprile 1986, un’intera città creando un mostro invisibile e indistruttibile che ancora oggi fa soffrire oltre 216.000 bambini nella sola Bielorussia.
E c’è qualcosa che lega tantissimo Imperia e la sua provincia a quella tragedia che ha scosso il mondo intero: famiglie che hanno accolto per soggiorni in Riviera i bambini bielorussi e altre ancora che quei bambini li hanno adottati. Paula Pellacini, insegnante, moglie di Ilvio Calzia, dirigente del Comune di Imperia, è una coppia che ha vissuto in prima persona quel dramma e con la stessa gioia racconta di aver contribuito a rendere felice la vita ad uno di quelle centinaia di migliaia di bambini che erano stati ospitati in orfanotrofi di un Paese “blindatissimo”. Governo che ha bloccato e concede poche aperture per le adozioni fuori dalla Bielorussia.
“Dal 2003 al 2011 abbiamo pregato e atteso che Ilia arrivasse in Italia. Quel desiderio si è avverato. Oggi nostro figlio ha 21 anni, ha finito il liceo ed ha una vita nuova ed ha cambiato anche la nostra. Orgogliosi e fieri di aver fatto la cosa giusta”. E ci sono anche altre famiglie sempre a Imperia e provincia che si sono costituite in un gruppo che da Imperia hanno volato tre ore in aereo per anni, non solo per cercare di adottare i bambini, ma anche per aiutarli a casa loro: hanno costruito scuole, si sono adoperate investendo risorse e oggi raccolgono i frutti di quelle operazioni d’amore ostacolate da un severissimo governo ex Urss. “Tutte famiglie ripagate dal sorriso di questi bambini che avevano la vita segnata dopo quel disastro”.
L’incidente nucleare di Chernobyl tenne con il fiato sospeso l’Italia e l’Europa intera. Moltissimi imperiesi hanno aperto le porte delle loro case ai bambini della Bielorussia, investita pesantemente dalla nube radioattiva. I soggiorni di risanamento di questi bambini, provenienti da famiglia o da internat, continuano ancora oggi in tutta la nostra provincia. “Alcuni bambini vivono stabilmente qui con noi – racconta Paula Pellacini – Altri sono diventati adulti e genitori e non dimenticano l’aiuto arrivato da Imperia. Di questo tutti dobbiamo esserne fieri”.