Altri tredici migranti destinati all’Imperiese, l’emergenza profughi non si arresta

19 aprile 2017 | 12:00
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Altri tredici migranti destinati all’Imperiese, l’emergenza profughi non si arresta

Sbarcati a Catania e dirottati a bordo di un pullman in Liguria: la prefettura convoca i sindaci

Imperia. Accoglienza ai migranti: altri tredici profughi destinati alla Riviera. Sono sbarcati a Catania e dirottati insieme ad altri loro connazionali in Liguria. Per la precisione 12 sono rimasti in provincia di Genova, 11 sono stati destinati alla Spezia, 14 a Savona e appunto 13 all’Imperiese.

L’ultimo gruppo era arrivato il 9 aprile scorso, ma altri due viaggi dal Sud alla nostra regione, si erano registrati il 22 e il 31 marzo. “Situazione anomala che in qualche modo il governo deve fermare. Impossibile ignorare il fatto poi che l’Europa tace davanti ad un’emergenza simile e lascia che sia l’Italia a gestirla”, tuona il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori, che attende l’ultima riunione in prefettura già fissata per i prossimi giorni insieme agli sei sindaci del Golfo Dianese.

Attualmente i profughi ospitati in provincia di Imperia sono così dislocati: 28 a Bajardo, 23 a Bordighera, 28 a Camporosso, 7 a Ceriana, 29 a Dolcedo Sprar, 30 a Lucinasco, 30 a Molini di Triora, 19 a Montalto Ligure, 49 a Pornassio, 9 a Prelà, 14 a Riva Ligure, 14 a San Bartolomeo al mare e 270 a Imperia. Ma si tratta pur sempre di un numero provvisorio. Con il bel tempo e soprattutto con l’arrivo della stagione estiva è probabile che il numero degli sbarchi possa aumentare ancora. E a preoccupare i sindaci sono i provvedimenti dettati dal Viminale che sono ben definiti per tutti i 235 Comuni, al pari di tutti quelli italiani: 6 profughi per ogni centro sotto ai 2 mila abitanti, non più del 2 per mille per il capoluogo e il resto della quota – 6.043 persone per il 2017 – da distribuire equamente tra tutti gli altri.

Si cercano strutture adeguate per accogliere i migranti, ma i Comuni, soprattutto quelli governati dal centrodestra, hanno alzato le barricate. “Non è questione di razzismo – continua Chiappori – Noi ad esempio non abbiamo strutture disponibili e ormai da mesi sostengo la tesi che forse sarebbe meglio aiutarli a casa loro perché qui abbiamo una stagione balneare alle porte e non possiamo certo perdere i turisti. Siamo disponibili a condividere soluzioni alternative e quindi a sederci intorno a un tavolo con tutti i sindaci della Riviera perché questo è un problema di tutti i colleghi e non solo di alcuni”.