Villa Talla, concessa da Borghetti l’erezione canonica della comunità dei benedettini in “rito antico”
I religiosi sono impegnati anche nella ristrutturazione della loro dimora ed hanno lanciato un appello ai fedeli
Prelà. A più riprese e pubblicamente il vescovo Guglielmo Borghetti aveva dichiarato che, pur non avendo una sensibilità tradizionale, rispettava pienamente il motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI.
E anche tenuto tenuto fede alla sua parola: numerose messe sono attualmente celebrate secondo il rito antico in Diocesi, a richiesta di gruppi di fedeli. Ma per la comunità dei benedettini che dal 2008 vivono a Villa Talla, nell’entroterra di Imperia, è una tappa storica. Il presule infatti ha riconosciuto la comunità fondata dai monaci provenienti dall’abbazia di Le Barroux, in Francia ricevendo nei giorni scorsi i voti monastici.
Era stato l’allora vescovo Mario Oliveri a concedere l’apertura di questa comunità diretta da padre Jean che vive con altri quattro benedettini. Era dal 2015 che si attendeva una risposta dalla Curia di Albenga/ Imperia. Ma la pratica era stata congelata. L’approvazione delle Costituzioni da parte della Santa Sede è una condizione di validità per l’erezione di un istituto diocesano. Firmata il 25 marzo 2015, questa è arrivata troppo tardi a monsignor Oliveri. Proprio quel giorno, su richiesta di Papa Francesco, monsignor Borghetti ha preso in mano la gestione della Diocesi. Due anni dopo la situazione si è sbloccata tanto che su richiesta, la messa tradizionale, è stata celebrata in forma solenne qualche giorno fa da monsignor Giorgio Brancaleoni, già vicario generale di monsignor Oliveri e lo stesso Borghetti ha assistito alla funzione dal coro.
Tappa storica dunque, ma non l’unica. Oltre all’approvazione della Santa Chiesa per continuare la vita monastica nella completa fedeltà alla grazia trasmessa e ricevuta a Bedoin nel 1970 da Dom Gérard, i benedettini di Villa Talla sono impegnati anche nella ristrutturazione della loro dimora. “Siamo pronti a ristrutturare gli interni, dove tutto è da rifare: rivestimenti, tinteggiature, impianto idraulico, impianto elettrico e impianto di riscaldamento, oltre a porte e finestre. Sono ben consapevole che la situazione finanziaria è difficile e che molte comunità legittimamente sollecitano da più parti per le loro opere di apostolato. Ma – dice padre Jean – approfitto della grazia della Quaresima e dell’invito della Chiesa alla penitenza e alle opere di misericordia per richiamare l’attenzione e il cuore di tutti sulla nostra comunità e sui suoi bisogni vitali. Nell’arco di due anni, grazie all’aiuto di molte persone, siamo stati in grado di rifare il tetto e la facciata della casa San Giovanni, dalla quale dovremmo ricavare tre ulteriori celle, un refettorio, una cucina separata ed un capitolo per le riunioni della comunità”. Ma ora sono necessari altri interventi che richiedono risorse economiche e l’aiuto dei fedeli.