Solidarietà o legge infranta? Rimandata al 27 aprile la sentenza per il no borders passeur Fèlix Croft

16 marzo 2017 | 17:52
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Solidarietà o legge infranta? Rimandata al 27 aprile la sentenza per il no borders passeur Fèlix Croft

Sarà il collegio del tribunale di Imperia, presieduto dal giudice Donatella Aschero, a decidere

Imperia. Per il pm Grazia Pradella non ci sono scusanti: Fèlix Croft è colpevole del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per questo deve essere condannato a 3 anni e 4 mesi di carcere, oltre al pagamento di una multa di 50mila euro. Per la difesa, invece, il fatto non sussiste: il giovane attivista francese, che ai microfoni dichiara che rifarebbe ancora tutto da capo, nonostante l’arresto e il processo, ha agito per scopi umanitari e la solidarietà non è un reato e non va punita.

Sarà il collegio del tribunale di Imperia, presieduto dal giudice Donatella Aschero, a decidere: l’udienza nel corso della quale verrà emessa la sentenza è fissata per il 27 aprile alle 11,00.

 “Ho difeso gli ideali della Francia”, ha dichiarato Félix Croft all’uscita dall’aula, “Ho fatto tutto questo per solidarietà e ho una grande fiducia nei miei avvocati, per tutto quello che hanno detto in mia difesa”.

“Rifarei tutto, continuo a pensare che quello che ho fatto è normale”, ha aggiunto l’attivista, “Le strutture predisposte dai paesi di accoglienza non sono adeguate, allora penso che sia compito dei cittadini responsabili di mettere in pratica i precetti che sono alla base dei diritti internazionali dell’uomo, precetti sull’accoglienza che sono francesi prima ancora di essere europei”.

Quella del 27 aprile potrebbe essere una sentenza storica: un processo pilota che in Italia non ha, fino ad ora, eguali ma che ricorda il caso dell’agricoltore francese Cédric Herrou, che per aver aiutato oltre 200 migranti ad attraversare il confine italo-francese è stato condannato ad una ammenda di 3mila euro. Una multa simbolica ben lontana dalla pesante pena che ha rischiato  di dover scontare. Il fatto che abbia agito per solidarietà e non per lucro ha convinto il tribunale di Nizza a far decadere l’imputazione per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Sarà così anche per Croft? Se venisse assolto, come chiedono gli avvocati Laura Martinelli ed Ersilia Ferrante, potrebbe allargare le strette maglie della legislatura italiana che, al momento, non prevede attenuanti specifiche per chi agisce come ha agito Croft.

Per ora, di certo ci sono solo i fatti: il 22 luglio del 2016, Félix Croft è stato arrestato da una pattuglia dei carabinieri di Ventimiglia mentre, a bordo della sua Citroen Xara, cercava di varcare il confine con la Francia trasportando cinque migranti, sedicenti sudanesi. Una famiglia, composta da una donna al sesto mese di gravidanza, i due figli di due e cinque anni e due uomini adulti. I migranti non avevano documenti. Al momento dell’arresto, Croft ha dichiarato di non aver chiesto soldi per il passaggio in Francia, ma di voler aiutare la famiglia di sudanesi a raggiungere la propria meta, varcando il confine, per poi tentare di arrivare in Germania, dove vivrebbe un parente.

“Non è stata lesa la dignità delle persone”, ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti l’avvocato Ersilia Ferrante, “Anzi il fine dell’imputato era quello di evitare che i migranti permanessero in una situazione pesante, come era la sistemazione in chiesa”.

Ora non resta che attendere la sentenza del Tribunale di Imperia, che giudicherà se Félix Croft per la legge italiana è colpevole o innocente.