Sanremo: sotto piazza Eroi segni di degrado nei travi della volta del san Romolo, sulla quale grava un intenso traffico veicolare
Esclusiva: nel tratto coperto del torrente una serie di travi con armatura scoperta e marcita. La nostra segnalazione all’ufficio comunale
Sanremo. Non sembra esserci un pericolo immediato ma dopo i recenti crolli di strutture in cemento armato che hanno riguardato cavalcavia stradali in diverse zone d’Italia senza preavviso alcuno, che hanno dato il via ad una serie di controlli su tutto il territorio nazionale sulle strutture gravate dal traffico veicolare, riteniamo doveroso segnalare quanto abbiamo trovato nel nostro sopralluogo nel torrente san Romolo, il cui percorso passa sotto via Pietro Agosti e piazza Eroi sanremesi, una delle direttrici stradali principali di Sanremo.
Un sopralluogo per verificare lo stato dei fatti, in quanto già durante i primi lavori per lo scolmatore, una decina di anni fa, erano emerse alcune situazioni di degrado dei travi in cemento armato che sostengono la volta e le strade che vi insistono.
Giovedi sera, assieme al gruppo Scas, Studi Cavità Artificiali Sanremo, abbiamo fatto una “passeggiata” all’interno del tratto coperto del torrente dalla sua foce, situata a ponente di Pian di Nave, fino a via Pietro Agosti, passando sotto le vie centrali e piazza Eroi sanremesi.
E proprio in corrispondenza della piazza, sulla quale transitano giornalmente migliaia di mezzi tra auto, mezzi pubblici, pullman e camion, abbiamo trovato la situazione apparentemente più preoccupante: una lunga serie di travi con evidenti segni di degrado strutturale.
I travi, realizzati ancora con i tondini di ferro liscio, denotano i segni della corrosione dovuta all’ambiente umido del torrente. Il cemento, in seguito alla corrosione dell’armatura in ferro, è “esploso” lasciando allo scoperto altri tratti di armatura che quindi è completamente marcita, spezzandosi in più punti. In alcuni casi la corrosione ha aggredito anche i punti di appoggio delle travi.
Le foto e il video che abbiamo realizzato nel corso della “visita” notturna sono stati consegnati al dirigente dell’ufficio Lavori Pubblici del comune Danilo Burastero a scopo informativo.
Per il resto, ecco come abbiamo trovato la situazione in generale. Anzitutto bisogna dire che il temuto duello con orde di topi che alcuni ci avevano paventato non c’è stato: in più di un’ora di percorrenza del canale solo pochi ratti prontamente fuggiti al nostro passaggio, davvero in misura irrilevante. Qualche maligno potrebbe sostenere che a quell’ora erano a spasso in città a far festa dalle nuove isole ecologiche, ma al di là della battuta effettivamente non abbiamo trovato una situazione preoccupante.
L’acqua che scorre nel letto del torrente non aveva un odore sgradevole e si presentava limpida, e ai bordi non abbiamo trovato sporcizia particolare: segnali apparenti di un buon funzionamento della rete fognaria.
Molto belli gli antichi canali del sistema fognario e di raccolta delle acque: cunicoli ultracentenari in pietra e mattoni, perfettamente conservati anche se quasi tutti ormai inutilizzati.
Centinaia di metri di cunicoli che attraversano il sottosuolo della città e che hanno attirato la curiosità degli esploratori dello Scas Davide Bagnaschino, Alessio Cassini e Claudio Cecchi che ci hanno accompagnato nel sopralluogo e che non hanno resistito alla tentazione di ispezionarne qualcuno di quelli non ostruiti da terra e sassi.
Continuando il resoconto, quel che si nota nel percorso sotterraneo è lo stato delle tubature dell’acquedotto cittadino: i tubi sono corrosi quasi completamente, riparati in più punti e nonostante questo con qualche perdita evidente. Si tratta di una situazione ben conosciuta da tutte le amministrazioni, dovuta all’anzianità dell’acquedotto ormai ultracentenario. Il problema del rifacimento di tutta la rete idrica dovrebbe essere in futuro affrontato dalla nuova società consortile Rivieracqua, che però raggruppa 39 comuni ognuno con i propri problemi. I costi dovranno comunque essere scaricati in bolletta: prepariamoci…
Un’ultima, doverosa, considerazione: nel caso delle alluvioni che hanno devastato il centro di Sanremo non si può parlare solo di fatalità. La foce del san Romolo è quasi completamente ostruita da un palazzo costruito esattamente nell’alveo del torrente e le cui fondamenta hanno in quelle occasioni bloccato il deflusso dell’acqua in mare, causando per reazione l’allagamento delle zone centrali della città. Una scelta folle da parte dell’impresario che in allora costruì e da parte di chi gli diede il permesso di farlo. I profitti di quella follia li abbiamo pagati tutti noi con la necessaria costruzione del canale scolmatore, ma il bilancio avrebbe potuto essere più grave: il piano basso di quel palazzo esplose sotto la pressione della piena alluvionale e solo per un caso non ci furono vittime negli studi di Telesanremo, in quel momento deserti.
Si conclude per il momento qui il nostro viaggio nel torrente san Romolo, in attesa delle valutazioni che l’ufficio lavori pubblici potrà fare su quanto evidenziato nel nostro servizio.