Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole

10 marzo 2017 | 15:32
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Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole
Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole
Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole
Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole
Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole
Sanremo. Berrino: il PD vende villa Mercede ma organizzò la protesta quando lo proponemmo noi. Menozzi (lista civica): favorevole allora e oggi, meglio spendere per le scuole

Berrino: “il Partito Democratico deve dire se condivide la scelta della giunta nella quale siedono i suoi esponenti e spiegarlo ai cittadini”. Nel 2010 il PD insieme ad associazioni cittadine si schierò contro la vendita.

Sanremo. “ Quando l’amministrazione Zoccarato nel bilancio 2010 inserì villa Mercede nel piano delle alienazioni, il Partito Democratico insorse e gli allora consiglieri comunali Andrea Gorlero, Domenico Infante e Leandro Faraldi votarono contro la pratica. Come azione politica, poi, cavalcarono la protesta di alcune associazioni di cittadini contrari alla vendita.”

Il consigliere regionale Gianni Berrino, esponente di Fratelli d’Italia oggi all’opposizione nel consiglio comunale di Sanremo, interviene sul piano delle alienazioni approvato in questi giorni dalla giunta guidata da Alberto Biancheri e appoggiata proprio dal PD. Nel piano delle alienazioni appena approvato in giunta, infatti, è prevista nel 2019 la vendita di villa Mercede.

Oggi il partito democratico deve spiegare cosa è cambiato – continua Berrino – se noi avessimo potuto vendere la villa, e parliamo di ben sette anni fa, avremmo potuto sistemare il bilancio ed evitare ricadute economiche sui cittadini. Evidentemente in quella occasione il loro voto contrario era puramente strumentale. Oggi il Partito Democratico deve dire ufficialmente se condivide la scelta della giunta nella quale siedono i suoi esponenti.

Berrino sottolinea che in allora la giunta aveva deciso per la vendita dell’immobile in quanto non c’era la disponibilità economica per gli importanti interventi di ristrutturazione di cui necessita l’edificio, sottoposto anche a vincolo “puntuale” dalla Sovrintendenza.

Una linea condivisa nel 2010, e anche oggi, dall’attuale Assessore al Patrimonio Mauro Menozzi, esponente della lista civica “Il cittadino” che appoggia l’amministrazione Biancheri  e che sedeva tra i banchi di maggioranza con la giunta Zoccarato. “Io ero favorevole alla vendita già allora, – ricorda Menozzi, che si vuol tenere fuori dalla polemica politica – io faccio un ragionamento da professionista come feci allora. Certo sarebbe stato meglio vendere la villa nel 2010: più passa il tempo e più diventano evidenti i problemi dell’edificio, che già allora era abbandonato da molti anni. L’interno della villa è stato devastato, e il tetto comincia ad accusare problemi di tenuta: più passa il tempo e più costerà un eventuale recupero, e di questi tempi trovare un privato che investa cifre così importanti non è facile. Oltretutto l’alienazione non prevede l’area oggi destinata a giardino.”

Chiude poi Menozzi: “Per restaurare l’edificio potrebbero servire più di due milioni di euro, soldi che il comune non aveva allora e non ha oggi. E in ogni caso se potessimo oggi disporre di quella somma avremmo altre priorità, le scuole innanzitutto.”

Insomma la discussione sulla vendita è destinata a riaccendersi: bisognerà vedere come si muoveranno adesso i comitati di cittadini che in allora organizzarono la protesta contro la vendita, e se troveranno come allora l’appoggio politico del Partito Democratico che ha però due rappresentanti nella giunta che ha votato la pratica e cinque in consiglio comunale. E il voto finale lo dovrà dare proprio il consiglio comunale.