Processo per usura a Imperia, la vittima in aula: “Non ricordo i dettagli del prestito”

30 marzo 2017 | 20:07
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Processo per usura a Imperia, la vittima in aula: “Non ricordo i dettagli del prestito”

Forse intimorito per la presenza degli indagati

Imperia. E’ durato quasi due ore l’interrogatorio di Giuseppe Garibaldi, parte offesa nel processo che vede imputato Dritan Idrizaj, accusato di aver commesso reati di usura, truffa ed estorsione ai danni di diversi imprenditori. L’albanese era stato arrestato nel luglio del 2011 dai carabinieri di Imperia, al termine di un’indagine durata due anni, coordinata dal pubblico ministero Maria Antonia Di Lazzaro. In manette, oltre a Dritan Idrizaj, gestore di esercizi di ristorazione, tra cui una nota pizzeria di Pietra Ligure, era finito anche Lek Bibaj, all’epoca dei fatti imprenditore edile residente a Loano e ora tornato in Albania. Gravissime le accuse contro Dritan Idrizaj, considerato il “cervello” di una banda di albanesi che per diversi mesi avrebbe tenuto in scacco alcuni imprenditori locali in difficoltà economiche. Complice anche un aspetto gentile e apparentemente innocuo, Idrizaj avrebbe avvicinato le vittime con i suoi modi amichevoli, proponendo di aiutarle con piccole somme di denaro (da qualche centinaio a qualche migliaio di euro), che avrebbero poi restituito con comodo.

Le testimonianze raccolte dai carabinieri e i verbali prodotti hanno portato all’arresto dei due albanesi e alla denuncia di altri due: Lulezim Talka, latitante dopo essere stato colpito da un ordine di arresto nell’ambito di indagini sul traffico internazionale di stupefacenti, e Pavlin Bibaj, Nonostante le sette pagine di verbale che raccolgono le dichiarazioni rese nell’agosto del 2011 dal signor Giuseppe Garibaldi, però, il teste comparso davanti al collegio di Imperia, non ha saputo fornire dettagli e spiegazioni né al pm, che lo ha interrogato a lungo, né all’avvocato di Idrizaj, né tantomeno al collegio stesso. Alla fine, il presidente del collegio, Anna Bonsignorio, dopo aver chiesto al teste se avesse paura di qualcosa o se fosse stato minacciato, ha chiesto che venissero requisiti i verbali con le dichiarazioni rilasciate ai carabinieri, che avevano contattato Garibaldi dopo aver trovato un assegno dell’azienda edile in cui lavorava nelle tasche di Dritan Idrizaj. La ricostruzione fornita oggi in aula da Giuseppe Garibaldi non ha convinto nessuno: l’uomo si era fatto imprestare 50mila euro perché l’azienda in cui lavorava, ma di cui non era amministratore delegato e per la quale non aveva firma sui conti correnti bancari, si trovava in difficoltà economica.

“Quel giorno venne da me Emilio (un siciliano che il teste considera un amico ma di cui non conosce il cognome, ndr) e vide che ero agitato”, ha risposto alla domanda del pm, “Gli dissi che ero preoccupato perché il giorno successivo servivano 50mila euro per pagare una fattura in banca ma quei soldi non c’erano. Così mi propose un aiuto da parte di amici suoi, disse di stare tranquillo che i problemi si sarebbero risolti”.

Alle tante domande del pm, che ha cercato di ricostruire quanto successo sei anni fa, Garibaldi ha risposto in modo diverso rispetto a quanto invece aveva dichiarato ai carabinieri e, molto spesso, ha semplicemente detto di non ricordare molto: “Sono passati sei anni, non è che posso ricordarmi tutto quanto”.

L’unico fatto certo, secondo l’uomo, è quello di aver ricevuto in prestito 50mila euro e di aver restituito la stessa cifra nel giro di qualche mese. “Non ho mai dato nulla di più. Solo i 50mila euro che mi avevano imprestato”. Eppure qualcosa non torna. Gli assegni, i prelievi e quanto scritto su quelle sette pagine di verbale controfirmato dallo stesso Garibaldi sei anni fa dicono tutt’altro. Alla fine, forse stremato dal lungo interrogatorio, all’avvocato di Dritan Idrizaj, il teste ha risposto: “Quello che è successo realmente è quello che ho dichiarato ai carabinieri. Ora sono passati sei anni e non mi ricordo”.

Il processo a carico di Dritan Idrizaj riprenderà il 4 maggio. Per la sentenza, invece, bisognerà attendere il 29 giugno.