Processo per i maltrattamenti al Borea, sentenza rinviata per lo sciopero dei legali
Una storia che aveva suscitato scalpore dopo ls scoperta della guardia di finanza
Imperia. Il processo per la casa di riposo “lager” Borea di Sanremo è stato stoppato per lo sciopero degli avvocati che si conclude oggi. Oggi il giudice Botti non ha emesso la sentenza ma ha rinviato il suo verdetto di una settimana. Erano presenti solo due legali degli imputati, mentre un altro difensore e il collega della parte civile si sono astenuti. Impossibile per il giudice, sceso in aula alle 10, emettere una sentenza.
Nell’ultima udienza del mese scorso erano state avanzate le richieste il pm Paola Marrali durante l’udienza finale dell’inchiesta “Acheronte”, il fiume degli Inferi culminata con i clamorosi arresti del 2012, aveva chiesto due condanne e una assoluzione.
Sul banco degli imputati Rosalba Nasi per la quale era stata chiesta una condanna a un anno e otto mesi), moglie dell’ex senatore Gabriele Boscetto (difesa dall’avvocato Mager); era stata richiesta l’assoluzione per il presidente della Cooperativa Airone di Imperia Stefano Bisiani (difeso dall’avvocato Cappellin) e sei mesi di reclusione per un dipendente del Borea Benito Viale (difeso dall’avvocato Andrea Artioli). Va precisato che quest’ultimo, che lavorava nella struttura da 30 anni, è finito sotto inchiesta “per un solo episodio: un piatto tirato in testa ad un paziente in un momento di nervosismo”, come ha sottolineato il suo legale.
Violenze che una volta filmate dalle telecamere piazzate dalla guardia di finanza avevano fatto il giro d’Italia: nonnine gracilissime sbattute con forza sui loro letti, ai quali in alcuni casi venivano legate; uomini anziani malmenati e insultati; disabili trattati come bestie. Lo aveva ricordato anche il pm nella sua conclusione anche se va ricordato che per molti di questi episodi infermieri e personale impiegato aveva già chiuso i conti con la giustizia da un pezzo. “Nessuno degli imputati aveva mai fermato questi comportamenti illeciti nonostante le lamentele avanzate dai familiari degli anziani vittime dei soprusi. Gli imputati hanno omesso qualsiasi tipo di vigilanza nella struttura, ma piuttosto erano preoccupati per l’immagine della struttura. Eppure i segnali d’allarme c’erano ed erano stati numerosi”.
Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati i parenti degli ospiti della casa di riposo Borea, dopo aver notato qualche livido sospetto. Da qui l’inchiesta della guardia di finanza che aveva scoperto, attraverso le immagini, scene agghiaccianti. C’era l’operatore che passando in corridoio accanto ad una vecchina, immobile sulla sedia a rotelle addossata al muro, e all’improvviso, senza mostrare apparentemente alcuna emozione, le ha sferrato una gomitata in pieno volto, continuando a camminare.